La zucca di Piozzo è ufficialmente un nuovo Presidio Slow Food

Il riconoscimento premia l'impegno locale per la salvaguardia e la promozione della varietà, a partire dall'annuale fiera della zucca.

La zucca di Piozzo è ufficialmente un nuovo Presidio Slow Food

Secondo la tradizione popolare dei dintorni di Piozzo, in provincia di Cuneo, gli abitanti sono soprannominati “lapacuse”, ovvero “bevitori dalle zucche”: un nomignolo dialettale che ricorda l’antica usanza contadina di usare le zucche essiccate come contenitori per il vino da portare nei campi e nelle vigne. Un aneddoto che ben dimostra il legame profondo e antico tra un paese e il suo ortaggio simbolo, oggi celebrato con il riconoscimento come nuovo Presidio Slow Food.

Il nuovo Presidio Slow Food della Zucca di Piozzo

zucca piozzo risotto

Tutto nasce da una fiera, organizzata per la prima volta nel 1994 proprio per celebrare quel curioso soprannome: “tre tavoli in piazza, niente di più” ricorda Ferdinando Musso, referente dei produttori del Presidio.

Negli anni, l’evento è cresciuto esponenzialmente, arrivando a esporre oltre seicento varietà di zucche da tutto il mondo, e proprio grazie a questa ricerca globale, i piozzesi si sono resi conto di avere un tesoro locale unico per forma, colore e sapore. “A volte non si dà sufficiente importanza ai prodotti che si hanno sotto gli occhi tutti i giorni” riconosce Musso, “noi, per fortuna, grazie alla fiera abbiamo scoperto in fretta che la nostra zucca era diversa dalle altre”.

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La zucca di Piozzo è piccola, tondeggiante e schiacciata ai poli, con dieci costolature verticali e un peso che si aggira sui sei o sette etti, raramente superando il chilogrammo. La buccia, sottile e commestibile, vira dal verde scuro all’arancio ramato a piena maturazione. Non a caso è conosciuta come la “zucca da risotto” per la sua straordinaria vocazione culinaria. La sua polpa, soda, dolce e di colore arancio intenso, è perfetta per questo piatto, sia a dadini cotta insieme al riso che frullata per una mantecatura cremosa.

Lo conferma lo stesso Musso: “la zucca di Piozzo è l’ideale per un buon risotto perché si scioglie bene, non è farinosa, è gustosa e la sua polpa soda, tenera e dolce sprigiona aromi durante la cottura e dona cremosità al piatto. E ha un colore favoloso!”. Per scongiurare il rischio di ibridazione, la Pro Loco ha avviato un meticoloso lavoro di recupero, riproducendo i semi e distribuendoli ogni anno ai coltivatori secondo un rigido disciplinare che esclude trattamenti chimici di sintesi.

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L’impegno, confida Musso, non è proprio un lavoro: “io coltivo per passione, nel tempo libero, perché nella vita ho sempre fatto il maestro elementare, averla salvata dall’oblio è un motivo di gioia”. Con cinque produttori aderenti al Presidio e una produzione annua di oltre duecento quintali, il futuro sembra promettente: “finora si è sempre venduto quasi tutto nei giorni della fiera: sono sicuro che il riconoscimento di Slow Food darà una spinta ulteriore alla valorizzazione del nostro prodotto”.