L’Australia saluta le “uova in gabbia”: si pianifica l’abolizione entro il 2036

Anche l'Australia si prepara a salutare le cosiddette "uova in gabbia": l'abolizione è prospettata entro il 2036.

L’Australia saluta le “uova in gabbia”: si pianifica l’abolizione entro il 2036

L’Australia fa ciao ciao con le mani, con i piedi e con tutto il resto alle cosiddette “uova in gabbia” – o almeno, si prepara a farlo. I ministri dell’Agricoltura stanno discutendo in questi giorni se e quanto adottare nuovi standard e linee guida per il benessere  del pollame australiano, prospettando un’abolizione – stando a quanto lasciato trapelare – che dovrebbe entrare in vigore entro il 2036. Per “abolire le uova in gabbia”, giusto per intenderci, si intende che gli agricoltori dovrebbero eliminare in maniera graduale l’uso di gabbie convenzionali per le galline ovaiole entro la data indicata qualche riga fa. La novità, come potrete certamente avere intuito, non piace agli allevatori.

Uova in gabbia: l’Australia prende le distanze dalle crudeltà

uova

I nostri lettori più attenti sapranno bene che la lotta alle uova in gabbia è tutto fuorché una novità. Nel corso degli ultimi anni l’industria alimentare ha preso con sempre maggiore decisione ad allontanarsi da quello che, di fatto, è classificabile come uno dei sistemi di allevamento più crudeli: ricordiamo, ad esempio, la decisione di Gulliver, del gruppo Selex, che a maggio 2022 annunciò di volere abbandonare definitivamente l’uso delle uova da galline allevate in gabbia; o la scelta analoga – e meno recente – di Despar Centro-Sud.

Le uova da galline allevate in gabbia stanno finalmente per scomparire Le uova da galline allevate in gabbia stanno finalmente per scomparire

Una tendenza a cui, tornando nel contesto australiano, si sono già accodate le catene di supermercati Woolworths e Coles, che hanno già promesso che le loro uova saranno al 100% senza gabbie entro il 2025; e che naturalmente trova il piano appoggio dei gruppi animalisti attivi in Australia. Le uova in gabbia “non riflettono i valori australiani moderni, né la scienza contemporanea del benessere degli animali” ha ad esempio commentato Jed Goodfellow, direttore delle politiche di Alliance for Animal. “Oltre 5 milioni di galline intelligenti, socievoli e curiose – ha aggiunto – sono attualmente rinchiuse in queste piccole gabbie metalliche sterili, ognuna con meno di un foglio di carta A4 su cui vivere per tutta la vita”.

Non manca, come accennato in apertura di articolo, il fronte dell‘opposizione. “I nostri allevatori meritano sostegno, non sorprese, da parte dei governi statali” ha spiegato a tal proposito il leader del Federal National Party David Littleproud. “Gli agricoltori hanno preso decisioni di investimento del valore di milioni di dollari, basate sulle attuali linee guida, credendo di avere tempo fino al 2046”. Egg Farmers of Australia, oltre a una proroga di altri dieci anni, ha anche richiesto la creazione di “pacchetti di uscita” per gli agricoltori in transizione.

Il ministro federale dell’Agricoltura Murray Watt ha tuttavia respinto in maniera categorica le insinuazioni per cui “un divieto delle gabbie si tradurrebbe in aumenti del prezzo delle uova“: “Non penso che ci sia neanche lontanamente una probabilità per questo tipo di conseguenze”, le quali sarebbero soltanto frutto di “esagerazione” e di “paura”, ha commentato. Si tratta, ha aggiunto Watt, di “cambiamenti che stanno già avvenendo e che in alcuni casi arriveranno prima di quanto richiesto dai governi”.