Le trappole per topi al Prosecco fanno arrabbiare il Consorzio

L'idea è di un'azienda specializzata in derattizzazioni ed è molto interessante, nonostante le iniziali perplessità del Consorzio del Prosecco.

Le trappole per topi al Prosecco fanno arrabbiare il Consorzio

Al primo diffondersi della notizia, a qualcuno al consorzio del Consorzio Tutela Prosecco deve essere venuto un mancamento: a quanto pare a Treviso, per far fronte a un’invasione di topi, si usano trappole a base del vino frizzante più venduto in Italia ed esportato all’estero.

Trappole per topi al Prosecco”, non proprio il massimo in fatto di comunicazione per una denominazione che cerca di migliorare il suo posizionamento sul mercato: fortunatamente per il Consorzio non è proprio così, l’allarme è rientrato e un calice di Conegliano Valdobbiadene non sostituirà il formaggio e le trappole a molla nell’iconografia popolare, ma l’idea è concreta e interessante.

Derattizzazione e Prosecco

Prosecco

Tutto parte dalla situazione emergenziale in cui si trova la città di Treviso, dove i ratti sembrano aver invaso il centro cittadino, costringendo l’amministrazione comunale a intervenire: è stato messo in atto un potenziamento del piano di controllo, ed è stata chiesta la collaborazione della cittadinanza attraverso una campagna di sensibilizzazione.

Nelle brochure inviate agli abitanti si raccomanda di chiudere con attenzione i bidoni dell’umido e di gestire i rifiuti in modo da limitare il più possibile il cibo per i roditori, pratiche a cui soprattutto i ristoratori dovranno dedicare particolare attenzione attraverso protocolli specifici. Non solo, un faunista specializzato è stato incaricato di seguire un piano per promuovere la nidificazione dell’allocco, facendo di questo uccello rapace un prezioso alleato nella lotta all’invasione dei ratti.

Il Prosecco vince contro i prodotti beauty polacchi Il Prosecco vince contro i prodotti beauty polacchi

È questo il contesto in cui decide di intervenire l’azienda Mayer Braun, con sede nella vicina Carbonera, specializzata nella derattizzazione e con esperienza internazionale, con operazioni svolte in luoghi come New York, Londra e Dubai, che durante la presentazione della task force comunale dedicata a gestire l’emergenza, ha presentato l’innovativa idea delle trappole al Prosecco.

Il principio lo ha spiegato alla stampa locale Barbara Donadon, CEO dell’azienda: “il topo si abitua ai gusti del territorio, si nutre di rifiuti e di ciò che l’uomo consuma. Per questo abbiamo pensato a un’esca a base di uva da prosecco, in linea con ciò che i roditori trovano nell’ambiente urbano locale”.

L’idea ha talmente senso da sembrare geniale anche a chi di derattizzazione non sa assolutamente nulla, ed è pure ben più sostenibile dei normali veleni, infatti, come spiega sempre Donadon, “gli aromi ci vengono forniti da aziende locali, che usano scarti di produzione. Si utilizza ciò che diversamente verrebbe buttato”. Tutti contenti quindi, tranne chi rappresenta l’immagine del Prosecco, che di fronte all’associazione con trappole per ratti che, dopo una dura reazione iniziale, ha ammorbidito i toni dopo un confronto con la Mayer Braun.

I topi potrebbero rivelarsi ottimi sommelier I topi potrebbero rivelarsi ottimi sommelier

Così racconta Luca Givi, direttore del Consorzio: “inizialmente, leggendo alcuni articoli che sostenevano che si trattasse dell’aroma del Prosecco, abbiamo criticato l’idea e la sua concreta realizzazione. Poi, però, grazie a un chiarimento con l’azienda abbiamo compreso il fraintendimento: l’esca simula l’odore dell’uva, non più precisamente quella usata per il Prosecco”.

Una distensione a cui fa eco anche Donadon:”amiamo la nostra terra e tutto quello che la rende celebre nel mondo, come il Prosecco. I nostri prodotti sono realizzati con un generico aroma all’uva. Per quanto l’estratto sia di provenienza locale, non si tratta di quello”.

Ora, permetteteci di sognare. Secondo il principio per cui i topi sono molto più attenti al terroir di molti umani, possiamo pensare che in Emilia delle trappole al Lambrusco ripuliranno le cantine dalle arvicole, l’aroma del Sangiovese terrà sotto scacco la popolazione di ratti Toscana e così via, con buona pace dei vari consorzi e associazioni di tutela: se nel Prosecco hanno capito e apprezzato, perché non tutti gli altri?