L’insalata in busta che fa male è una fake news, sappiatelo

L’insalata in busta che fa male è una fake news, sappiatelo

Lo confessiamo: ci siamo cascati anche noi. Così come tanti altri siti e blog, nei giorni scorsi abbiamo dato la notizia relativa alla pericolosità dell’insalata in busta. Ebbene, adesso tramite un comunicato stampa da parte di Confindustria – Unione Italiana Food – Gruppo IV Gamma, la fake news viene smentita: non esiste nessun pericolo relativo ai prodotti di IV Gamma, tutta la filiera produttiva è strettamente controllata. Questi i tre punti chiave del comunicato stampa:

  1. l’Università di Torino recentemente non ha pubblicato ricerche in merito alle insalate in busta di IV Gamma. La ricerca che viene citata come fonte è del 2012 e all’epoca dei fatti venne confutata
  2. dal 2015 esiste una nuova normativa che aumenta la sicurezza dei prodotti nelle fasi di produzione, confezionamento e commercializzazione. Le aziende devono rispettare parametri relativi alla sicurezza alimentare e alla qualità, sia durante la fase di produzione che di distribuzione
  3. tutti i prodotti di IV Gamma sono garantiti dal punto di vista della sicurezza, grazie ai numerosi controlli effettuati a ogni stadio della filiera produttiva. Anche il tempo che passa fra la fase di raccolta, quella di lavorazione e quella della vendita sono molto brevi, proprio affinché sia sempre garantita la freschezza del prodotto

Insalata in busta: la storia in breve

Riassumiamo in breve quello che è accaduto ieri con la notizia dell’insalata in busta. Nei giorni scorsi tutte le principali testate giornalistiche e blog parlavano della presunta pericolosità dell’insalata in busta relativa a possibili contaminazioni batteriche. In effetti, anche noi abbiamo riportato tale notizia, visto che si rifaceva a uno studio dell’Università di Torino. Lo studio aveva analizzato diversi tipi di insalata in busta, riscontrano in essi contaminazione batterica e microbica. Inoltre lo studio suggeriva che il problema nascesse in fase di produzione: il lavaggio con acqua della verdura non avrebbe permesso di eliminare tutti i batteri e i microrganismi.

Tuttavia, pare che questa sia una fake news. Non lo studio in sé, che esiste, ma che venne confutato all’epoca, così come specificato dal comunicato stampa di Confindustria. Infatti oggi, Confindustria Unione Italiana Food – Gruppo IV Gamma ha ritenuto opportuno inviare un comunicato stampa per spiegare che si tratta, per l’appunto, di una fake news e che l’insalata in busta è perfettamente salubre.

Di seguito vi riportiamo il comunicato stampa integrale di Confindustria, così come ce lo hanno mandato. Girando in rete potreste imbattervi anche in altre notizie relative a studi similari effettuati sull’insalata in busta. Già nel 2016 e 2017 siti come Butac e Bufale.net (siti che smascherano le bufale) avevano fatto delle precisazioni in merito a problemi alla rucola in busta nel Regno Unito. Anche all’epoca si parlava di E. coli: il problema era limitato alla Gran Bretagna e la Food Standards Agency (FSA) aveva avviato delle indagini. Tuttavia, anche allora, non era stata accertata la correlazione fra rucola e epidemia di E.coli. Comunque sia, la FSA consigliava sempre di lavare l’insalata in busta, a meno che sulla confezione non ci fosse già scritto “ready-to-eat”, quindi già lavata e pronta da mangiare. Sempre girando in rete, si trova anche uno studio pubblicato a fine anno scorso su mBio, con comunicato stampa realizzato dall’Istituto tedesco Julius Kühn (JKI) e dall’Istituto federale tedesco (BfR) per la valutazione del rischio relativo alla potenziale contaminazione microbica delle insalate.

Insalata in busta: la smentita di Confindustria

Ecco il comunicato stampa integrale di Confindustria Unione Italiana Food – Gruppo IV Gamma dove viene smentita la fake news relativa all’insalata in busta:

UNIONE ITALIANA FOOD – GRUPPO IV GAMMA: le insalate di IV Gamma meritano rispetto,
non affermazioni allarmistiche ingiustificate e fuorvianti
Milano, 27 febbraio 2019 – In queste ore si sono diffusi online numerosi articoli relativi ai risultati di uno studio dell’Università di Torino condotto su un campione di 100 insalate in busta. Prima di passare a commentare i contenuti dello studio e degli articoli, il Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food ci tiene a precisare che questo studio risale al 2012 e che l’Associazione aveva nuovamente confutato in maniera netta e decisa quanto veniva riportato negli articoli nel luglio dello stesso anno.
Pur facendo salva la facoltà del redattore di riportare nuovamente notizie già ampiamente discusse in passato, il Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food ritiene che sia quanto meno discutibile farle passare per nuove, senza specificare quindi il fatto che i risultati risalgono al 2012, perché va a totale scapito della correttezza e completezza dell’informazione resa ai lettori.
Il Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food dissente dal tono allarmistico e dai contenuti degli articoli su vari punti. Soprattutto in materia di conservazione e lavaggio delle insalate in busta, l’Associazione precisa che ormai dall’agosto 2015, in seguito all’emanazione del Decreto Ministeriale attuativo della legge 77/2011, sono entrate in vigore sul territorio italiano le nuove regole in materia di produzione, confezionamento e commercializzazione della Quarta Gamma. La normativa detta una serie di parametri vincolanti sulla sicurezza alimentare e sulla qualità che devono essere rispettati nel ciclo produttivo e nella distribuzione dei prodotti di Quarta Gamma. Dal 13 agosto 2015, ad esempio, è scattato l’obbligo per tutti i produttori e per la Distribuzione di garantire il rispetto della catena del freddo a una temperatura uniforme e costantemente inferiore agli 8°C lungo tutto il percorso che va dalle linee di confezionamento ai banchi refrigerati dei punti vendita. Risulta subito evidente il grande vantaggio che deriva da tale misura per una categoria di prodotti che vede nel mantenimento della catena del freddo l’unico vero conservante a tutela di freschezza e qualità.
Si precisa anche che la sicurezza dei prodotti di IV gamma è garantita dai numerosi controlli che vengono effettuati lungo tutta la filiera produttiva e che i tempi che intercorrono tra la raccolta, la lavorazione e la vendita sono molto brevi affinché venga garantita la freschezza del prodotto.
La qualità e la sicurezza dal punto di vista igienico degli ortofrutticoli di IV gamma vengono preservate attraverso lavaggio e asciugatura accurati. Il lavaggio, per il quale la normativa nazionale prevede almeno due vasche a ricambio continuo di acqua, avviene con acqua potabile e attraverso sistemi tecnologici avanzati che – a differenza del lavaggio domestico – garantiscono un prodotto sicuro e conforme a legge. È per questo motivo che il Ministero della Salute consente di commercializzare il prodotto come “lavato e pronto al consumo”.