Lo spreco alimentare è maggiore fra i giovani, soprattutto uomini

Secondo uno studio di studio di OpinionWay/Smartway, lo spreco alimentare va per la maggiore fra i giovani: sono più spreconi i giovani fra i 18 e 25 anni che gli anziani di 65 anni

Lo spreco alimentare è maggiore fra i giovani, soprattutto uomini

Questo studio realizzato da OpinionWay/Smartway smentisce un po’ quello che immaginiamo tutti. Si pensa sempre che i giovani siano quelli più attenti all’ambiente e agli sprechi alimentari, ma poi si scopre che sono soprattutto i giovani di età compresa fra i 18 e i 25, specialmente uomini, a sprecare più di tutti. Chi ha ragione, dunque in merito allo spreco alimentare?

Lo spreco alimentare sembra essere nel DNA dei giovani

spreco alimentare

Visto che venerdì 29 settembre ricorre la Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, ecco che OpinionWay/Smartway hanno deciso di pubblicare questo studio inerente gli italiani e lo spreco alimentare.

Secondo il report 2021/20222 di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, l’Italia nel 2022 ha avuto un picco per quanto riguarda gli sprechi alimentari: a persona, ogni settimana, sono stati buttati via 595,3 grammi di cibo. Ben il 15% in più rispetto al 2021. Secondo il report, la colpa sarebbe la ripresa della vita sociale dopo le restrizioni della pandemia.

Da qui la decisione di realizzare uno studio per capire chi fossero i più spreconi fra gli italiani. Per quanto a livello generale gli italiani professino grande attenzione contro tali sprechi (complice anche l’inflazione), ecco che lo studio ha scardinato un fatto universalmente accettato: a quanto pare sono i giovani quelli più spreconi. Già, proprio quei giovani che, solitamente, sbandierano la necessità di rispettare l’ambiente.

Ma a quanto pare il mantra “fate come io dico, ma non fate come io faccio” ha contagiato anche loro.

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I risultati dello studio in realtà partono bene: il 97% degli italiani ha dichiarato di fare attenzione agli sprechi alimentari. Anzi: il 62% ha professato di fare molta attenzione. Solo che poi si scopre che i giovani fra i 18 e i 24 anni buttano fino a 4 volte di più rispetto ai 65enni e oltre. Un esempio: il 47% dei 18-24 anni butta la frutta almeno una volta il mese, mentre solo il 22% dei 65enni e oltre ha questo comportamento.

E per i prodotti secchi va peggio: si arriva al 33% contro l’8%. Per i latticini, invece, siamo al 42% dei giovani e l’11% degli anziani.

Inoltre il 75% dei giovani 18-24 anni ha ammesso di buttare almeno un prodotto al mese, cosa che fa solo il 41% dei 65enni. Il 38% dei giovani, poi, ha dichiarato di buttare almeno 5 prodotti al mese, cosa che fa solo il 14% dei 65enni.

A sprecare di più, poi, sono i maschi: il 38% degli uomini butta via il pane più frequentemente rispetto al 24% delle donne.

Fra i cibi più sprecati abbiamo di sicuro frutta e verdura. Il 59% degli intervistati butta almeno un prodotto al mese, soprattutto frutta con un 37%, verdura con un altro 37% e piatti avanzati con un 32%. Solamente un italiano su dieci ha confermato di non buttare mai i prodotti, mentre se si rivolge la stessa domanda agli anziani, ecco che la percentuale dal 9% sale al 17%.

Il 46% ha spiegato che butta i prodotti perché hanno un cattivo odore o aspetto, il 33% lo fa perché ha superato la data di scadenza e il 31% perché il prodotto appare rovinato e non ispira fiducia.

Approfondendo la questione della data di scadenza, poi, pare che l’88% degli italiani controlli sempre la data di scadenza prima dell’acquisto. Solamente, se si va a vedere le diverse fasce d’età, ecco che il 52% dei 18-24 anni butta un prodotto perché vicino alla data di scadenza o perché già passata, cosa che fa solo il 32% dei 65enni.

Inoltre solamente il 71% dei giovani 18-24 anni controlla la data di scadenza prima dell’acquisto, mentre i 65enni sono più attenti: qui la percentuale sale all’89%. Inoltre un giovane su due buttai prodotti prima che la data di scadenza sia passata, cosa che fa solo il 27% dei senior e il 32% della media nazionale.