Mandragora: dall’ospedale Niguarda i consigli per riconoscere i sintomi dell’intossicazione

Mandragora: dall’ospedale Niguarda i consigli per riconoscere i sintomi dell’intossicazione

Marcello Ferruzzi, tossicologo del Centro antiveleni dell’Ospedale Niguarda di Milano, visti i recenti casi di intossicazione alimentare scatenati dall’ingestione di mandragora scambiata per spinaci, ecco che ha deciso di spiegare per bene quali sono i sintomi in modo da riconoscerli per tempo.

Ferruzzi spiega che l’ingestione di mandragora di solito è accidentale in quanto la pianta viene confusa con altre verdure commestibili come gli spinaci, la borragine o l’insalata. Questa pianta è diffusa soprattutto nel Sud Italia e la maggior parte dei casi di intossicazione la si ha in primavera. Tuttavia non è l’unica erba spontanea che può provocare gravi sintomi se ingerita.

ambulanza

Ferruzzi continua, poi, spiegando che di solito hanno segnalazioni di casi sporadici, con sintomi abbastanza tipici:

  • vista offuscata
  • midriasi
  • secchezza delle fauci
  • stipsi
  • tachicardia
  • allucinazioni
  • convulsioni
  • coma (questo nei casi più gravi)

Il fatto è che i principi attivi contenuti nella mandragora agiscono in modo diretto sui recettori muscarinici: bloccano il sistema parasimpatico causando effetti simili all’atropina, altro principio attivo presente questa volta nella Belladonna.

Il tossicologo spiega poi che la gravità dei sintomi dipende da diversi fattori, fra cui soprattutto la quantità assunta e le tempistiche: più tardi si interviene, peggio è perché maggiori danni vengono fatti.

Quando i pazienti intossicati dalla mandragora arrivano in ospedale, ecco che vengono subito sottoposti a decontaminazione gastroenterica tramite lavanda gastrica e somministrazione di carbone attivo usato come adsorbente. Nei casi più gravi, invece, viene somministrato l’antidoto specifico, la fisostigmina. In alcune situazioni potrebbe essere necessario un ricovero di alcuni giorni in terapia intensiva.

Fra le altre piante da temere c’è il colchico che viene scambiato per aglio selvatico o il veratro scambiato per genziane. Ferruzzi conclude che la raccolta di erbe da campo dovrebbe essere fatta solamente da esperti perché gli errori, così come capita per la raccolta dei funghi, possono essere fatali.