Marche: provincia di Ancona in lockdown, ma con bar e ristoranti aperti

Nelle Marche, la provincia di Ancona è stata messa in lockdown. Ma non si tratta di una zona rossa: all'interno bar e ristoranti sono aperti e si può circolare.

Marche: provincia di Ancona in lockdown, ma con bar e ristoranti aperti

Sta facendo assai discutere l’ultima ordinanza regionale delle Marche: qui la provincia di Ancona è stata messa in lockdown, ma non si tratta di una zona rossa vera e propria. E questo perché bar e ristoranti al suo interno sono aperti.

In pratica l’ordinanza sarà in vigore dalle 8 di questa mattina fino alle 24 di sabato: esatto, proprio così, 4 giorni di chiusura. Tuttavia il provvedimento limitata solamente gli spostamenti da e per la provincia di Ancona, salvo le solite esigenze di lavoro, i motivi di salute o studio, quelli di necessità o il rientro nella propria residenza.

Tuttavia, al suo interno nulla è stato chiuso: bar, ristoranti e locali sono aperti (le Marche sono attualmente in zona gialla). Questo vuol dire che, salvo le motivazioni citate prima, non si potrà entrare o uscire dalla provincia di Ancona. Ma al suo interno si potrà continuare a circolare come prima.

Il fatto è che in provincia di Ancona si è avuta un’impennata di casi di contagio da Coronavirus, soprattutto della nuova variante inglese. Per questo motivo il governatore Francesco Acquaroli ha emesso tale ordinanza per cercare di limitare la circolazione degli abitanti.

Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona, ha spiegato che tale misura è stata suggerita alla Regione dall’Istituto Superiore di Sanità. Lo scopo di tale provvedimento è quello di ridurre i flussi di contagio della variante inglese fra il territorio di Ancona e il resto della regione.

Tuttavia, chiudere i confini della provincia, ma far permanere al suo interno le regole della zona gialla, sta suscitando non poche perplessità. I più ironici sostengono che la provincia di Ancona sia stata trasformata in un “lazzareto”: al suo interno i cittadini possono circolare liberamente, permettendo così al contagio di proseguire. Contando poi che le scuole sono rimaste aperte, che molti dei contagi da nuova variante arrivano proprio dalle scuole e che molti studenti della provincia di Ancona vanno in scuole situate in provincia di Pesaro (e viceversa), in molti sostengono che tale provvedimento serva ben a poco nel limitare la circolazione del virus.