Mario Draghi smentisce il suo barista: “Prendo lo spritz col Campari, non con l’Aperol”

Mario Draghi smentisce ironicamente il suo barista: lui preferisce lo spritz Campari, non Aperol. Ma non nega la salita al Quirinale.

Mario Draghi smentisce il suo barista: “Prendo lo spritz col Campari, non con l’Aperol”

Buffo siparietto fra Mario Draghi e il suo barista: il premier ha smentito il commento del barista sostenendo di preferire il Campari spritz all’Aperol spritz. Però non ha negato una sua possibile salita al Quirinale.

Tutto inizia quando Antonio Proietti, proprietario del bar Pagaroma, in radio a Un giorno da pecora ha raccontato un aneddoto relativo a un cliente assai illustre che da sempre frequenta il suo locale in quanto abita proprio lì di fronte: stiamo parlando di Mario Draghi (lodato da Andrea Illy che parla della sua presenza al Governo come di un “nuovo Rinascimento”).

Proietti ha ricordato che una settimana fa Serenella, la moglie del premier, era andata al bar come fa ogni tanto. Vedendola molto stressata, il barista le ha chiesto se il marito voglia fare o meno il presidente della Repubblica. E Serenella ha detto di sì, che sicuramente lo farà, anche se con tono un po’ sconsolato in quanto conscia dell’enormità dell’impegno che ciò comporta.

campari

Proietti, poi, ha spiegato che il prima di diventare premier, spesso Draghi andava nel suo bar a fare colazione col cornetto. Inoltre faceva anche l’aperitivo: secondo il barista gli piace lo spritz Aperol, tanto che a volte ne prendeva anche due corredati di stuzzichini e olive.

Ma è a questo punto che a Parigi, Mario Draghi, alle prese con le trattative sulla Libia, a La Maison de la Chimie, proprio mentre stava uscendo dalla conferenza stampa, trova il tempo per precisa ironicamente: “Ho preso sempre lo spritz al Campari”. Tuttavia, nonostante la battuta sul cocktail, Draghi non ha smentito la parte relativa al Colle.

Venuto a sapere della cosa, Antonio, si è reso conto di aver violato una tacita regola: quello che si racconta al barista deve restare nel locale, non essere spifferato in giro. Il barista si è dichiarato stupito che tale storia sia arrivata anche a Parigi, ma ha poi ribadito che queste cose vengono decise in Parlamento e non in un bar.