Meduse: nel Mediterraneo ce ne sono troppe, chef e CNR pensano di servirle nei ristoranti

Ci sono troppe meduse nel Mediterraneo? No problem, chef e CNR hanno la soluzione: basta inserirle nei menu e servirle nei ristoranti.

Meduse: nel Mediterraneo ce ne sono troppe, chef e CNR pensano di servirle nei ristoranti

Trovata una soluzione semplice al sovraffollamento del Mediterraneo da parte delle meduse. Ce ne sono troppe? Nessun problema, chef e CNR propongono di ridurle inserendole nei menu e servendole nei ristoranti.

Non so perché, ma credo che Homer Simpson approverebbe una soluzione del genere. Ci sono troppi animali di una determinata specie? Riduciamone il numero mangiandoli. Scherzi a parte, il CNR, con riferimento all’Ispa, l’Istituto di Scienze della produzione alimentare del Cnr, da circa dieci anni sta lavorando a un progetto volto a cucinare le meduse e servirle nei ristoranti.

Circa otto anni fa, le meduse del Mediterraneo si sono riprodotte a tal punto che nel 2014 avevano invaso il Golfo di Taranto (anche se un po’ in tutti i mari del mondo il loro numero è cresciuto). Antonella Leone, ricercatrice senior dell’Ispa, che già da tempo studiava le meduse, aveva deciso di provare a coinvolgere diversi chef per tentare di capire se le meduse potessero essere usate in qualche modo in cucina.

Nella faccenda era stato coinvolto anche il giornalista Agostino Petroni che aveva spiegato che convincere gli italiani a mangiare le meduse era un’impresa ardua tanto quanto invogliarli a mangiare l’ananas sulla pizza. Anche se, a pensarci bene, non c’è poi tutta questa differenza fra una medusa, un polpo o una seppia.

medusa

Proprio a gennaio scorso, al ristorante Duo di Lecce, ecco che lo chef Fabiano Viva ha provato a cucinare le meduse. Ovviamente allo chef era anche stata data un’apposita lettera di autorizzazione che gli consentiva di cucinare queste meduse, visto che la vendita di meduse per il consumo umano è attualmente vietata in tutta l’Unione Europea (mentre in Cina le meduse si trovano comunemente nei piatti dei ristoranti).

Se il progetto GoGelly andasse in porto, ecco che da una parte si potrebbe ridurre il numero di meduse che infestano i nostri mari (e che danneggiano le reti dei pescatori), mentre dall’altra si darebbe ai pescatori una nuova fonte di reddito. Prima di lanciarsi nella pesca delle meduse, però, bisogna esaminare per bene tutti i lati della faccenda. La pesca estensiva delle meduse, animali che sono sia prede che predatori, potrebbero avere risvolti imprevedibili sulla catena alimentare.

Tuttavia nulla di tutto ciò potrà essere fatto fino a quando non si riuscirà a far entrare le meduse nell’elenco dei cibi approvati dall’UE. Ma torniamo allo chef Fabiano Viva. Per prepare le meduse, è partito da ricette che già venivano usate per altri animali similari, tenendo però conto che una medusa è composta dal 93% di acqua. Questo vuol dire che per ogni kg di medusa, la parte edibile è di soli 80 grammi.

Così le ha preparate fritte (col fritto non sbagli mai, puoi friggere praticamente qualsiasi cosa), in brodo per il risotto, in zuppa, all’insalata, arrosto e anche con le tagliatelle insieme a seppie e calamari. Il sapore delle mesuse è molto forte e ha una sorta di retrogusto di ammoniaca che è perfetto per essere abbinato con gli agrumi.

Altri chef hanno poi sperimentato le meduse nei loro piatti: Pasquale Palamaro, executive chef dello stellato Indaco, le marina con gli agrumi e le serve con la quinoa, mentre Gennaro Esposito dello stellato Torre del Saracino, ler serve con cetrioli sott’aceto, kefir di peperoncino e pasta di lattuga.

E comunque la stessa cosa è stata fatta anche in Australia: qui è stato proposto di usare le meduse al posto del classico fish & chips per preservare alcune specie marine.