Miele: i cambiamenti climatici fanno perdere all’Italia l’80% della produzione

Secondo i dati di Osservatorio Miele e Coldiretti, l'Italia ha perso l'80% della sua produzione di miele. E tutto per colpa dei cambiamenti climatici

Miele: i cambiamenti climatici fanno perdere all’Italia l’80% della produzione

I cambiamenti climatici non hanno risparmiato neanche la produzione di miele: in Italia, secondo i dati di Osservatorio Miele e l’analisi di Coldiretti, abbiamo perso circa l’80% della produzione. I dati parlano chiaro: il lungo periodo di siccità seguito dalle basse temperature anomale per la stagione hanno daneggiato api e alveari, portando a una diminuzione anche dell’80% della produzione di miele nei mesi di aprile e maggio 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Miele: ne produciamo sempre di meno in Italia

miele pane

E di aiuto non è stato neanche il maltempo che ha colpito recentemente l’Emilia-Romagna: qui praticamente si è perso tutto il raccolto di miele dei 45mila alveari della Romagna, provocando danni economici a 1.800 apicoltori.

Nel 2022, secondo i dati divulgati da Coldiretti, la produzione italiana si era attesta su 23 milioni di chili di miele proveniente da circa 1,5 milioni di alveari. Rispetto a dieci anni fa, anche l’anno scorso l’Italia aveva prodotto meno miele: si parlava del 23% in meno, quindi quasi un vasetto di miele su quattro in meno. Successivamente è arrivata la siccità e il freddo fuori stagione, per tacere del recente maltempo ed ecco che la produzione nazionale è calata drasticamente.

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Il che vuol dire che siamo costretti a importare più miele dall’estero. Già nel 2022 le importazioni erano cresciute del +12%, per un totale di 26,5 milioni di chili. E di questi alcuni provenivano anche da Paesi in cui le norme sulla sicurezza alimentare sono un po’ diverse da quelle nazionali.

In effetti, fra il 2021 e il 2022, quasi un campione su due di miele importato analizzato era sospettato di adulterazione. In particolre, l’indagine From the Hives ha fatto notare come il 74% dei campioni di miele proveniente dalla Cina non fosse conforme, anche se la Turchia primeggia per il numero di campioni sospetti, il 93% e il Regno Unito raggiunge il 100% di cambioni dubbi.

Nonostante questo, l’importazione ha subito un aumento, con una crescita del +146% del miele proveniente dalla Turchia, del +66% del miele proveniente dalla Cina, del +134% del miele proveniente dalla Romania e del +83% del miele in arrivo dall’Ucraina.

Coldiretti ha poi ricordato che in Italia consumiamo circa mezzo chilo di miele a testa all’anno, al di sotto, dunque, rispetto alla media europea che si attesta sui 600 grammi. Nonostante questo, però, finora l’Italia si è distinta per biodiversità, con più di 60 varietà fra le Dop (vedi il Miele Varesino, il Miele della Lunigiana e il Miele delle Dolomiti Bellunesi) e quelli particolari e aromatizzati.