Nestlé ha creato una nuova pianta di caffè a bassa emissione di carbonio

Nestlé ha creato una nuova varietà di pianta del caffè a bassa emissione di carbonio per proteggere l'ambiente.

Nestlé ha creato una nuova pianta di caffè a bassa emissione di carbonio

Così come Sanpellegrino vuole annullare le emissioni entro il 2022, ecco che anche Nestlé punta ad arrivare a zero emissioni entro il 2050. Fra i tanti progetti in cantiere per giungere a tale obiettivo, uno è quello relativo alla creazione di una nuova generazione di varietà di piante di caffè a bassa emissione di carbonio. Il tutto ottenuto senza utilizzare OGM.

Nestlé ha creato due nuove varietà di Robusta che danno una resa fino al 50% in più a pianta. Questo permette di avere una maggior produzione di caffè a parità, però, di terreno agricolo, fertilizzanti e energia usata. Si parla così di una riduzione fino al 30% dell’impronta di CO2e (il biossido di carbonio equivalente) da parte dei chicchi di caffè verdi.

In effetti, circa il 40-80% delle emissioni di CO2e per produrre una tazza di caffè arrivano proprio dalla filiera dei chicchi di caffè verde. Una delle due nuove varietà di Robusta, con resa fino al 50% in più, è stata già testata e viene coltivata nell’America Centrale.

Sempre seguendo tale filosofia di pensiero, Nestlé sta anche cercando di ottenere nuove varietà di Arabica ad alta resa, capaci anche di resistere di più alla “ruggine del caffè”, estremamente dannosa per le piantagioni (è l’Hemileia vastatrix, un patogeno fungino).

In aggiunta Nestlé ha anche ideato una varietà di pianta di caffè maggiormente resistente alla siccità, la quale sta venendo testata nell’Africa Centrale. Questa varietà permette una resa del 50% in più anche in condizioni di carenza di acqua da moderate a gravi.

È il Centro di Ricerca Nestlé per le scienze vegetali di Tours, in Francia, ad occuparsi di questi progetti. Tramite metodi di coltivazione classica, vengono create nuove varietà di piante di caffè di continuo. Quelle più promettenti vengono poi testate in specifiche aziende agricole sperimentali sparse in America Latina, Africa e Asia.