Non solo Louis Vuitton: i potenziali investitori per l’espansione del Gruppo Da Vittorio

L'impero del lusso dei fratelli Cerea è in continua espansione, e servono partner importanti: LVMH è tra i più probabili, ma non è il solo.

Non solo Louis Vuitton: i potenziali investitori per l’espansione del Gruppo Da Vittorio

Poco meno di un mese sono state inaugurate le prime due insegne co-firmate da Louis Vuitton e dal Gruppo Da Vittorio, il “Da Vittorio Café Louis Vuitton” e il ristorante “DaV by Da Vittorio Louis Vuitton”, entrambi nella patinatissima via Montenapoleone a Milano, e tra gli addetti ai lavori il dubbio era quasi una certezza: questa lussuosa collaborazione era solo il preludio a qualcosa di grosso in arrivo.

Voci poi puntualmente confermate dal Sole 24 Ore, che riporta come l’azienda della famiglia Cerea stia progettando un riassetto societario che prevede una cessione di quote a importanti gruppi e fondi d’investimento, tra i quali LVMH è solo uno dei candidati potenziali.

I pretendenti di Da Vittorio

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I fratelli Cerea hanno compiuto una vera impresa, portando il ristorante fondato dal padre Vittorio nel 1966 all’olimpo della ristorazione con le tre stelle Michelin, e trasformando il loro marchio in un piccolo impero del fine dining, con ristoranti stellati da Brusaporto a Shanghai, caffè, pizzerie, e una linea di prodotti a marchio.

Un’ulteriore espansione non poteva che passare dalla collaborazione con un partner di livello, e la conglomerata del lusso LVMH si è sicuramente portata avanti coi lavori con l’accordo che l’ha portata all’apertura dei due locali nel proprio showroom in Montenapoleone.

Tutto quello che c’è da sapere sul ristorante di Louis Vuitton by Da Vittorio a Milano Tutto quello che c’è da sapere sul ristorante di Louis Vuitton by Da Vittorio a Milano

Ma la creatura dell’imprenditore francese Bernard Arnault non è l’unica ad aver messo gli occhi su una consistente fetta della quote del gruppo dei Cerea. Tra i potenziali pretendenti c’è anche Dogus Holding, uno dei più grandi conglomerati del settore privato in Turchia, con un portfolio di 250 aziende in svariati settori, dai concessionari di automobili di fascia alta alla ristorazione, e il Gruppo Statuto, holding specializzata in hotel di lusso.

Non sono solo potenziali partner strategici ad aver messo gli occhi sull’operazione, ma anche fondi di private equity, come Three Hills Capital Partners, proprietario del club privato milanese The Wilde, e del ristorante-pasticceria Sant’Ambroeus, e Investindustrial, fondo che annovera anche Eataly nel suo portfolio.