Novak Djokovic: come l’etichetta della bottiglia d’acqua potrebbe causargli seri problemi agli Australian Open

Novak Djiokovic è finito nei pasticci per una semplice bottiglia d'acqua - o per essere ancora più precisi per la sua etichetta.

Novak Djokovic: come l’etichetta della bottiglia d’acqua potrebbe causargli seri problemi agli Australian Open

Una performance da leone che rischia di rimanere macchiata dalle accuse di aver infranto le regole: Novak Djokovic sta competendo agli Australian Open convivendo con un problema muscolare – una condizione medica che rende la sua corsa verso le fasi finali del prestigioso torneo ancora più notevole. Come accennato, tuttavia, il suo coraggio (o la sua follia, se preferiamo adottare una maggiore cautela per le sue condizioni fisiche) rischia di rimanere indelebilmente macchiato da una apparente furberia commessa durante la sua vittoria in rimonta contro il francese Enzo Couacaud. Il tutto è accaduto durante un breve timeout dettato dalle sopracitate condizioni mediche del campione serbo: le immagini mostrano il suo team sistemare un’etichetta sopra di una bottiglietta d’acqua prima di consegnarla a un ufficiale del torneo che, a sua volta, la passa al campione serbo.

Un po’ come i bigliettini durante la verifica di matematica

bottiglia acqua

I nostri lettori più attenti (o più appassionati di tennis) avranno già intuito dove si annidi la proverbiale pietra dello scandalo. I sospetti più ingombranti si sono accesi nel momento in cui gli occhi elettronici delle telecamere hanno ripreso un Djokovic insolitamente concentrato su quanto fosse scritto sull’etichetta della bottiglia in questione: l’accusa è che l’ex numero uno al mondo e il suo team abbiano infranto le regole del torneo, che regolano quando e dove i giocatori possono ricevere dei consigli da parte del coach.

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Tanto per farvela semplice, l’accusa è che Djokovic abbia ricevuto (illegalmente, secondo le regole del torneo) i consigli che gli hanno consentito di innescare la rimonta sul suo avversario portando così a casa la vittoria. Djokovic ha sbirciato dal libro durante la verifica, in altre parole; ha guardato i bigliettini con la soluzione per risolvere quel problema altrimenti impossibile.

Altre accuse riguardano invece il contenuto effettivo della bottiglia in questione, e poggiano sulla solida base fornita dalle immagini risalenti al Paris Masters dello scorso novembre, quando il fisioterapista di Djokovic venne notato mentre preparava una bevanda misteriosa e un secondo membro del suo entourage cercava di coprire il tutto piazzandosi davanti alle telecamere.

Queste ultime accuse sono però state ampiamente bollate come vuote cospirazioni dalla comunità di appassionati del tennis, che sostiene che nessuno sarebbe così sfacciato da consumare sostanze vietate in bella vista – senza poi contare che eventuali test per il doping finirebbero per incriminare senza possibilità di appello il campione serbo.

Anche chi sostiene che il problema riguardasse l’etichetta e gli eventuali suggerimenti scritti sopra ha trovato una folta schiera di oppositori, che impugnano come giustificazione un possibile problema di sponsor. “Potrebbe essere un prodotto realizzato da un’azienda che non lo sponsorizza” ha scritto un fan su Twitter “quindi hanno preferito coprire l’etichetta”.