Nuova Zelanda, il primo produttore di salmoni chiude gli allevamenti: l’acqua è troppo calda

La Nuova Zelanda sta affrontando una moria di salmoni a causa del cambiamento climatico, e molti allevamenti hanno deciso di chiudere.

Nuova Zelanda, il primo produttore di salmoni chiude gli allevamenti: l’acqua è troppo calda

Il più grande produttore di salmoni reali della Nuova Zelanda ha deciso di chiudere alcuni dei suoi allevamenti. No, per una volta l’aumento dei costi di produzione non c’entra (quasi) niente: in questo caso il  colpevole è il riscaldamento dei mari, che di fatto ha innescato morie di massa tra i pesci prima che questi potessero raggiungere la maturità.

salmone

Un’ondata di calda marino, in parole povere, che ha messo in ginocchio il primo Paese per produzione di salmone reale: basti infatti pensare che gli allevamenti neozelandesi rappresentano circa l’85% dell’offerta globale). “Pensavamo di avere più tempo” ha commentato a tal proposito Grant Rosewarne, amministratore delegato del New Zealand King Salmon. In effetti è vero – c’è la percezione collettiva che il cambiamento climatico, al di là della sua natura inesorabile, sia un fenomeno lontano anni luce; in altre parole c’è l’idea condivisa che sia un problema per un futuro ancora indefinito (o, se preferiamo essere brutalmente onesti, un problema di cui si occuperà chi verrà dopo di noi e chissenefrega; tanto mica abbiamo appena avuto un’ondata di siccità che ha prosciugato il Po). Nel caso degli allevamenti neozelandesi, però, pare che questo fantomatico climate change abbia già deciso di presentare il conto.

Chiaro, non fraintendeteci: è normale che una parte dei pesci in allevamento muoia ogni anno. Dando un’occhiata ai dati, però, emerge che la percentuale di mortalità in “acque calde” è di fatto passata dal 17% del 2018 al 42% del 2022; mentre facendo riferimento agli allevamenti in “acque fredde” il tasso passa dal 10% al 37%. In altre parole, i media locali hanno riportato che i camion incaricati di trasportare le carcasse dei pesci morti hanno scaricato 1269 tonnellate di cadaveri nel corso del periodo estivo. “È un evento di mortalità di massa”, ha commentato a tal proposito Rosewarne.