Olio, il caldo compromette la produttività: in Toscana dilaga la preoccupazione

Il Consorzio di tutela dell'Olio toscano Igp è preoccupato che il caldo eccessivo vada a determinare un netto calo della produzione.

Olio, il caldo compromette la produttività: in Toscana dilaga la preoccupazione

Questo particolare calo produttivo non è tanto determinato – a differenza di riso o grano – dalla stretta crudele della siccità, quanto dalle temperature eccessivamente alte (che poi le due cose vadano mano nella mano è un altro discorso): stando a quanto emerso durante l’assemblea del Consorzio di tutela dell’Olio toscano Igp, che conta quasi 9mila soci per 7 milioni di piante certificate, infatti, l’ottimo andamento del ciclo vegetativo registrato nei mesi primaverili è stato stritolato da un’estate macchiata da un caldo soffocante che di fatto sta compromettendo l’andamento della produttività della prossima annata olivicola.

olive ulivi olio d'oliva

Molti frutti, stando alle rilevazioni dei membri del Consorzio, sono rimasti scottati dal sole e rimangono piccole, contribuendo senza ombra di dubbio a un calo della mole produttiva: “In 70 anni le temperature sono aumentate di circa 1,7 gradi a livello annuo, in estate di due gradi negli ultimi 50 anni” ha commentato a tal proposito il presidente del Consorzio, Fabrizio Filippi, nello spiegare come l’olivicoltura regionale non ha altra scelta se non adeguarsi a questo nuovo scenario – pur tenendo conto l’età media degli olivi e l’importanza di preservare i cultivar autoctoni.

“All’olivicoltura, e così all’agricoltura, servono invasi aziendali e consortili per poter consentire alle aziende di irrigare nel momento del bisogno” ha aggiunto Giampiero Cresti, vice presidente. “Oggi queste infrastrutture mancano. La Regione Toscana, in questo senso, ha dimostrato sensibilità ed attenzione attraverso il fondo di rotazione da 1,2 milioni sulla progettazione dei Consorzi di Bonifica ma a preoccuparci è la burocrazia con i tempi di realizzo di queste infrastrutture che dovranno avere una diffusione il più omogenea possibile sul territorio”.