Ortomercato di Milano: indagati per corruzione il direttore generale di Sagemi e 2 imprenditori

All'Ortomercato di Milano sono stati indagati per corruzione il direttore generale di Sagemi e 2 imprenditori. Ecco i primi dettagli su indagini e denuncia.

Ortomercato di Milano: indagati per corruzione il direttore generale di Sagemi e 2 imprenditori

Sembra che all’Ortomercato di Milano siano stati indagati per corruzione il direttore generale di Sagemi e 2 imprenditori. Secondo quanto rivelato da La Stampa, le indagini sarebbero iniziate a causa di una denuncia che ha permesso di risalire a un sistema di corruzione fatto di soldi e regali, a quanto pare ordito dagli amministratori segreti di un consorzio.

Sogemi è una partecipata del comune che gestisce l’Ortomercato. Stefano Zani, ex direttore generale della Sogemi, si trova ora ai domiciliari: l’accusa è quella di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Nel mirino degli inquirenti ci sono anche Giorgio Gnoli e Vincenzo Manco, amministratori occulti della società Ageas, un consorzio di cooperative che si occupava delle attività di facchinaggio dei grossisti dell’Ortomercato: pure loro si trovano ai domiciliari, con in aggiunta l’accusa di aver istigato alla corruzione un ispettore dell’Ortomercato.

E’ Marco Calì, il capo della squadra mobile di Milano che ha guidato le indagini, a spiegare come si siano svolte. Lo scorso 11 gennaio Gnoli e Manco avrebbero provato a corrompere l’ispettore, chiedendogli di venire da loro a fare consulenze e offrendo soldi. L’ispettore, però, si era rifiutato di prendere quella tangente e i due avrebbero cominciato a minacciarlo. Inoltre a casa dell’ispettore è anche arrivata una busta con proiettile e minacce, “I bastardi si castigano. Tocca a te”.

Le indagini, coordinate anche dal pm Cristina Roveda e dall’aggiunto Maurizio Romanelli, hanno permesso di scoprire che i due imprenditori avrebbero influenzato l’ex direttore generale con soldi, viaggi, cene in ristoranti chic e anche l’assunzione di un’amica nella cooperativa. Calì ha anche spiegato che Zani e Gnoli avevano stretti legami, sia professionali che d’amicizia. Più volte l’ex direttore aveva ridotto le sanzioni comminate alla società di Gnoli a causa di problemi con le consegne mensili della rendicontazione contabile. Tali sanzioni consistono solitamente in sospensione dell’attività all’Ortomercato per 15 giorni e multe da duemila euro al giorno.

Grazie all’intromissione di Stefano Zani, però, i giorni di sospensione venivano diminuiti. Quando però la loro amicizia è diventata evidente, ecco che i due hanno cominciato a parlare a monosillabi e squilli del telefono, pur continuando a capirsi perfettamente fra di loro.