Pane, gli aumenti ai prezzi costano agli italiani oltre 900 milioni di euro

Secondo la lettura della Coldiretti i rincari ai prezzi del pane costeranno alle famiglie italiane 900 milioni in più su base annua.

Pane, gli aumenti ai prezzi costano agli italiani oltre 900 milioni di euro

Guerra, siccità, costi dell’energia da record e speculazione finanziaria – questi, in nessun ordine particolare, gli ingredienti che hanno portato ad aumentare verso vette che fino a qualche tempo fa avremmo considerato folli i prezzi del grano e del pane. Secondo la più recente analisi redatta dalla Coldiretti sulla base dei dati Eurostat, che a loro volta avevano sottolineato un aumento del costo del pane del 18% su base annua nei Paesi dell’Unione europea; le famiglie italiane si troveranno a spendere complessivamente oltre 900 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente per portare il proverbiale pane in tavola.

grano

Secondo la lettura fornita dalla Coldiretti l’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta marginale pari a circa il 10% in media, come dimostra anche l’estrema variabilità delle quotazioni al dettaglio lungo la Penisola, mentre quelli del grano sono influenzati direttamente dalle quotazioni internazionali: in definitiva, però, il grano viene in questo momento sottopagato agli agricoltori. In questo spazio cieco le manovre speculative hanno trovato terreno fertile in cui prosperare – manovre che, sempre secondo la Coldiretti, spaziano di fatto dai tentativi di ridurre la qualità dei prodotti offerti sugli scaffali alle etichette ingannevoli fino al taglio degli stessi compensi riconosciuti agli agricoltori.

In questo contesto, la soluzione proposta dall’associazione è quella di ridurre quanto prima la dipendenza dell’estero lavorando invece per il raggiungimento di accordi di filiera tra le imprese agricole e la parte industriale. “Serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità” continua il presidente Ettore Prandini “contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento di risposta ai cambiamenti climatici”.