Pasta: le famiglie italiane spenderanno 800 milioni in più rispetto all’anno precedente

Regina della tavola italiana, anche la pasta è però soggetta al caro vita: Coldiretti calcola un aumento della spesa di 800 milioni di euro.

Pasta: le famiglie italiane spenderanno 800 milioni in più rispetto all’anno precedente

Piatto salva-pasto per eccellenza (dai: quante volte, presi dall’indecisione e dallo sconforto su cosa cucinare, avete pensato “Vabbè me faccio un piatto di pasta”?) e allo stesso tempo simbolo di una nazione intera, la pasta è tra gli alimenti che vedranno uno degli aumenti di prezzo più notevoli nel contesto del carrello della spesa – tanto che, secondo le stime redatte dalla Coldiretti, la spesa delle famiglie italiane per acquistare questo prodotto aumenterà di quasi 800 milioni di euro su base annua. Le motivazioni, in realtà, sono molteplici: come abbiamo accennato è senza ombra di dubbio uno dei protagonisti più iconici della tavola italiana, e allo stesso tempo rappresenta una scelta sicura ed economica, presentandosi come candidato ideale per riempire la pancia in momenti di crisi. Allo stesso tempo, tuttavia, non si possono ignorare i rincari alle materie prime che, tra pandemia e guerra in Ucraina, hanno sconvolto i mercati internazionali.

fusilli nello scolapasta

Stando ai dati elaborati dalla Coldiretti un chilo di grano viene pagato oggi agli agricoltori intorno ai 47 centesimi al di sotto dei costi di produzione, anch’essi schizzati alle stelle – una situazione resa ancora più grave dai tagli produttivi determinati dalla siccità. In questo contesto, la già forte dipendenza all’estero del nostro caro vecchio Stivale ha moltiplicato le manovre speculative e le pratiche sleali, determinando infine l’attuale situazione di crisi.

“Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali” è il commento del presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento di risposta ai cambiamenti climatici”.