La voce di Ultima Generazione torna a farsi sentire, ma questa volta la protesta del movimento contro i cambiamenti climatici (e le ingiustizie sociali più in generale) si sposta dal palcoscenico dell’alta ristorazione – e soprattutto dai tavoli di Carlo Cracco, il cui ristorante in Galleria a Milano è stato più volte preso di mira – a quello, più popolare, della grande distribuzione. Il gruppo internazionale, molto attivo in Italia, ha indetto un’azione di boicottaggio dei grandi supermercati che partirà domani, sabato 11 ottobre. Milano, Torino, Roma e Bologna sono le città da cui la campagna prenderà ufficialmente il via, ma l’invito è esteso a chiunque e ovunque nello Stivale: rinunciare a fare la spesa il sabato nelle grandi catene. Ma perché e qual è l’alternativa proposta?
Niente più spesa al supermercato il sabato
Ultima Generazione riaccende i megafoni del dissenso, ma stavolta sposta il focus, che ci sembra più centrato. Dopo le controverse azioni nei capoluoghi lombardo e piemontese della scorsa primavera, costati a una dozzina di attiviste e attivisti anche provvedimenti penali, il movimento sposta la battaglia su un terreno più popolare e forse più in linea con le sue istanze: il supermercato.
Per chiedere la riduzione dei prezzi sui beni essenziali, nella fattispecie tagliando l’IVA, Ultima Generazione invita la popolazione italiana a non fare più la spesa il sabato nei grandi supermercati, preferendo piuttosto piccoli rivenditori locali, nella speranza di incentivare in tal modo un’economia più diretta.
Perché proprio il sabato? Seppur non esplicitamente dichiarato, è questo il giorno in cui molte e molti si recano al punto vendita più vicino a caccia della settimanale scorta di alimenti. “Esistono delle alternative largamente preferibili ai grandi supermercati”, leggiamo sul sito del movimento, “che impongono prezzi ingiusti sia a chi il cibo lo produce sia a chi lo compra”.
Il boicottaggio, previsto ogni sabato a partire da domani, prende di mira i supermercati perché “dietro la facciata pulita nascondono margini enormi, sfruttamento e sprechi“. L’obiettivo finale è farsi ascoltare dal governo; i mezzi, condivisibili o meno, ci sembrano di certo più coerenti di quelli usati in precedenza.