Pesca: arriva il limite di velocità minimo per i pescherecci nelle zone di restrizione

Federpesca lamenta l'arrivo del limite di velocità minimo per i pescherecci nelle zone di restrizione alla pesca. Con tanto di multa che arriva automaticamente.

Pesca: arriva il limite di velocità minimo per i pescherecci nelle zone di restrizione

A proposito del settore della pesca, arriva il limite di velocità minimo per i pescherecci nelle zone di restrizione alla pesca. A parlare di questi “limiti di lentezza” è Federpesca: Roberto Manai, rappresentante della Toscana, ha spiegato che in un decreto ministeriale è stato inserito un articolo di poche righe nel quale viene ribadito che i pescatori dello strascico che siano in regola con gli appositi strumenti di segnalazione (Blue Box e Ais) devono passare nelle zone dove sono in vigore misure di restrizione alla pesca mantenendo rotte dirette e una velocità costante mai inferiore ai 7 nodi.

Il problema, secondo Manai, è che in queste aree ristrette alla pesca ci finisce anche tutta la fascia costiera: si parla di distanza dalla costa di un minimo di 1,5 a un massimo di 3 miglia marine. Questo vuol dire che i pescherecci che passano in queste zone verranno controllati direttamente tramite gli strumenti elettronici obbligatori per la sicurezza in mare e potranno essere multati dalla Guardia Costiera tramite i loro cellulari: da questi, infatti, possono rilevare rotte e velocità dei pescherecci.

In aggiunta il verbale e relativa sanzione, verranno inviati direttamente a casa del pescatore. E i pescatori cosa dicono? Secondo loro si tratta ancora una volta di un accanimento. Manai lamenta il fatto che si è nuovamente legiferato in termini assurdi che non vanno a vantaggio del commercio ittico e del’ambiente. Inoltre c’è troppa burocrazia, soprattutto in un settore che è in crisi a causa di concorrenti diretti che non sono sottoposti a simili vincoli. Il rischio, secondo Federpesca, è che venga distrutto un settore di produzione primaria con aumento della disoccupazione e un danno all’immagine dell’Italia turistica.

Questo perché il pesce fresco fa parte di questa immagine, ma in questo modo calerà il pescato e saremo costretti a iportare il pesce da Francia, Spagna, Grecia, Croazia, Marocco, Tunisia, Turchia e Senegal (dai quali già viene importato e che sono più che lieti di aumentare le esportazioni).