UE, nuove norme sulla pesca dal 1 gennaio 2020: -10% sulle giornate in mare dei pescatori

L'UE rilascia nuove norme sulla pesca in vigore dal 1 gennaio 2020: -10% sulle giornate in mare. Cambiano le regole per la frittura di gamberi e paranza.

UE, nuove norme sulla pesca dal 1 gennaio 2020: -10% sulle giornate in mare dei pescatori

Dall’UE arrivano nuove norme sulla pesca. Queste leggi entreranno in vigore a partire dal 1 gennaio 2020. Fra le disposizioni si parla di un -10% sulle giornate in mare dei pescatori, con conseguenza anche sulla frittura di paranza e gamberi.

Dal 1 gennaio l’Unione Europea modificherà le regole per quanto riguarda la pesca a strascico nel Mar Mediterraneo occidentale di sei specie:

  • gambero viola (Aristeus antennatus)
  • gambero rosso (Aristaeomorpha foliacea)
  • gambero rosa (Parapenaeus longirostris)
  • nasello (Merluccius merluccius)
  • scampo (Nephrops norvegicus)
  • triglia di fango (Mullus Barbatus)

Queste nuove norme non verranno applicate solo in Italia, ma anche in Francia e Spagna. Si parla di leggi che ridurranno del 10% le giornate in mare dei pescatori, cifra che arriverà al 40% nei successivi quattro anni. Queste norme saranno applicate dalla Liguria alla Sicilia, passando anche per la Sardegna, diminuendo quindi il lavoro di pesca.

Fedagripesca-Confcooperativa Pesca nel Mediterraneo ha poi aggiungo che verrà introdotto anche un periodo di fermo di tre mesi per la pesca all’anguilla. Inoltre nell’Adriatico si avrà una riduzione delle catture e della pesca per i piccoli pelagici e maggiori limiti per i demersali (specie dei fondali).

Il fatto è che questi prodotti ittici sono assai richiesti sul mercato italiano: nasello, triglia e scampo sono la base della pesca di paranza. La frittura di pesce è un must della cucina italiana, secondo Fedagripesca tre italiani su quattro la amano. I gamberi, invece, vengono utilizzati anche nelle occasioni importanti. Con queste nuove leggi europee, però, si avrà un notevole impatto sui mari italiani: in essi la pesca a strascico rappresenta il 29% della flotta nostrana con un 25% di occupati nel settore e un 26% di produzione. A rischio sono circa 2mila lavoratori e 700 pescherecci.