Pesca: in Veneto il valore del pescato si riduce del -61% per il Coronavirus

Nel settore della pesca in Veneto si registra un valore del pescato di -61% (la quantità + -49%) a causa dell'emergenza Coronavirus.

Pesca: in Veneto il valore del pescato si riduce del -61% per il Coronavirus

A causa del Coronavirus, anche il settore della pesca è fortemente in crisi in Veneto. Tramite i dati rilevati dall’Osservatorio Socio Economico della Pesca, Veneto Agricoltura ha rivelato qualche dato: la produzione nel mese di marzo è calata del -61% per quanto riguarda il valore del pescato e del -49% se si parla di quantità.

Questi dati si riferiscono in particolar modo al mercato ittico di Chioggia, uno dei più rappresentativi della situazione regionale. Altro dato in negativo è quello dei transiti verso l’estero: sia in valore che in quantità la diminuzione è stata de -40%, mentre per quelli nazionali si arriva a -56%.

A influire così negativamente c’è stata di sicuro la chiusura del canale Horeca (Hotel, Ristorazione e Catering) che ha causato una depressione della domanda dei prodotti ittici. Questo ha fatto sì che alcuni mercati veneti fossero costretti a lavorare a giorni alterni, mentre diverse imprese sono state obbligate a scegliere il fermo pesca facoltativo.

In aggiunta bisogna anche considerare le modifiche dei comportamento di acquisti dei consumatori. In questo difficile periodo, infatti, viene preferita la GDO e gli acquisti concentrati, cosa che ha costretto al blocco di numerose barche a strascico. Continuano a lavorare alcuni pescherecci e la piccola pesca artigianale che riforniscono in parte i mercati, ma anche questi mostrano forti oscillazioni dei prezzi.

Particolarmente a rischio in questo periodo sono le produzioni regionali tipiche come quella dei mitili: a breve le cozze saranno mature, ma il mercato di sbocco è fortemente diminuito e si rischia di ricadere nell’eccesso di offerta visto che comunque gli impianti dovranno essere svuotati.