Pesce, a Natale boom di consumi nonostante l’aumento dei prezzi

A Natale, e specialmente alla Vigilia, il pesce la fa da padrone: ecco spiegato il boom dei consumi nonostante i rincari ai prezzi.

Pesce, a Natale boom di consumi nonostante l’aumento dei prezzi

La tradizione della Vigilia di Natale è più forte dei rincari dei prezzi: è il caso di quest’anno, che segna una netta ripresa dei consumi di pesce all’avvicinarsi delle festività natalizie nonostante gli aumenti dovuti alle crisi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti.

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D’altronde, ve l’avevamo già raccontato che quest’anno, al 24 di dicembre, sette italiani su dieci avevano deciso di cucinare del pesce. Ed ecco che infatti la domanda di vongole, branzini, crostacei e polpi volano, con le prenotazioni che invadono pescherie e banchi dei mercati. Chiaramente va anche considerata la riapertura del settore della ristorazione, che l’anno scorso è rimasta a guardare a bordo campo a causa delle misure anti contagio. “I consumi si avvicinano a quelli del 2019” ha spiegato Fabio Massimo Pallottini, direttore del Centro Agroalimentare Roma. “Se non fosse che manca all’appello la domanda dei turisti un po’ rarefatta”.

I rincari, come però vi abbiamo anticipato, ci sono: a partire dal salmone che registra un aumento del 22%, alle vongole veraci che invece hanno un picco del 33% (di cui +5% in 7 giorni). Per gli immancabili orate, branzini e anguille, l’aumento è a doppia cifra, arrivando a sfiorare rispettivamente +19%, +18% e +10,34% rispetto ad un anno fa; mentre tra i pesci di allevamento salgono i prezzi anche delle ostriche concave (+35%) e della trota (+10%). Tra i molluschi più tradizionali in rialzo ci sono le mazzancolle (+27%) e i gamberi rosa (+25%), e nel settore del pescato fresco saltano all’occhio gli aumenti del rombo liscio (+46%), della sogliola (+24%), della rana pescatrice (+22%), del polpo (+10%) e del calamaro (+20% rispetto al 2020 e +10% rispetto a una settimana fa).