Peste suina africana: la Germania trova una positività in un allevamento

Continuano le segnalazioni di casi di peste suina africana in Europa: le più recenti arrivano da Germania e Polonia.

Peste suina africana: la Germania trova una positività in un allevamento

Continuano le segnalazioni di casi di peste suina africana nel contesto europeo: il morbo è di fatto recentemente stato individuato in un allevamento situato nelle propaggini orientali della Germania e nella fauna selvatica della Polonia. Analizziamo una segnalazione per volta: stando a quanto dichiarato dalle autorità sanitarie tedesche la positività è stata individuata in una piccola fattoria con appena undici capi da allevamento nello stato orientale del Brandeburgo. Il personale veterinario locale è immediatamente intervenuto per avviare le norme di sicurezza del caso, che comprendono l’istituzione di un perimetro di sicurezza con la fattoria “incriminata” come epicentro e, purtroppo, la macellazione in via precauzionale di tutti e undici gli animali presenti.

La peste suina africana in Europa e il timore del Regno Unito

cinghiale peste suina

È bene notare che il personale sanitario tedesco non è certamente estraneo a dover fare i conti con la peste suina africana: ricordiamo, ad esempio, che la Cina e una serie di altri acquirenti di carne di maiale ritennero opportuno vietare le importazioni tedesche nel settembre del 2020, periodo in cui venne riscontrato il primo caso nella fauna selvatica locale.

Proprio la fauna selvatica locale è di fatto stata individuata dalla comunità scientifica come principale vettore dell’infezione, proprio come sta accadendo – con le dovute proporzioni, ovviamente – con la ben più seria epidemia di influenza aviaria attualmente in corso.

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Gli esperti tedeschi, alle prese con casi sempre più numerosi negli stati del Brandeburgo e della Sassonia, che occupano le propaggini orientali del Paese, avevano in particolare individuato i cinghiali provenienti dalla vicina Polonia come principali responsabili della diffusione della malattia. Vi ricordiamo, caso mai ce ne fosse bisogno, che la malattia non è pericolosa per l’essere umano ma è di fatto fatale per i suini, motivo per cui diversi Paesi hanno per l’appunto deciso di imporre divieti sull’export. Ovviamente, la scoperta del caso più recente renderà ancora più difficile, per la Germania, ottenere la revoca dei divieti di esportazione.

Polonia e fauna selvatica, dicevamo: come anticipato in apertura, le autorità polacche hanno segnalato la presenza del virus in cinque carcasse di cinghiali nella parte settentrionale del Paese. Anche qui non si può certamente parlare di un caso isolato: gli esperti dell’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH), analizzando la situazione attuale, raccontano di una rapida diffusione nell’Europa orientale con focolai riscontrati in Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Moldavia, Macedonia del Nord, Romania e Grecia.

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A temere una potenziale diffusione extraeuropea della malattia, nel frattempo, troviamo il Regno Unito: al momento, le autorità d’Oltremanica stanno cercando di capire cosa fare nel caso in cui un focolaio di peste suina africana dovesse essere individuato sul territorio nazionale, senza tuttavia riuscire a individuare risposte chiare.