Peste suina: il Piemonte prevede l’abbattimento di 50mila cinghiali

In Piemonte, a causa della peste suina, il nuovo piano di arginamento della malattia prevede di abbattere 50mila cinghiali.

Peste suina: il Piemonte prevede l’abbattimento di 50mila cinghiali

Si torna in Piemonte per parlare nuovamente di peste suina: la giunta regionale ha presentato un piano per bloccare la diffusione della malattia che prevede l’abbattimento di 50mila cinghiali.

Luigi Generio Icardi, assessore regionale alla Sanità, ha spiegato che stanno preparando un’ordinanza per riportare a livelli normali la presenza di fauna selvatica, con particolare riferimento ai cinghiali. Il fatto è che la proliferazione di questi animali è ormai fuori controllo: ne dovranno essere abbattuti 50mila.

Toccherà poi all’assessorato all’Agricoltura stabilire quali saranno gli interventi da mettere in campo. Icardi ha poi sottolineato che stanno cercando di proteggere gli allevatori e tutta la filiera, in modo da non ledere la credibilità internazionale e in modo che a pagarne le conseguenze non siano le attività commerciali.

cinghiali, radioattivi

Per quanto riguarda il bollettino, nel corso degli ultimi giorni nell’area infetta (quella comprensiva di 114 comuni fra Piemonte e Liguria) è stato trovato solamente un nuovo caso di peste suina africana fra i cinghiali. Secondo i dati divulgati dall’Istituto Zooprofilattico, ci sono 28 cinghiali positivi, suddivisi a equamente fra le due regioni.

Al momento la situazione dovrebbe essere sotto controllo, grazie anche alle diverse barriere architettoniche presenti, fra cui le autostrade A26 e A7. Icardi ha poi ricordato che al momento la fascia di contagio è una porzione piccola dentro alla zona rossa. Il Piemonte sta facendo il suo dovere, ma tocca anche al Governo velocizzare i provvedimenti soprattutto per quanto riguarda i ristori.

Nel frattempo gli agricoltori sono preoccupati che il monitoraggio delle carcasse di cinghiali e il divieto di caccia non bastino a fermare il problema e chiedono che gli ambientalisti non rallentino l’intervento delle autorità.

La speranza, infatti, è che con un piano di abbattimenti selettivi si possa creare una zona cuscinetto per evitare che il virus si diffonda.