Pesticidi, i produttori di zucchero protestano contro i divieti: “Addio a quello europeo”

Una sentenza della Corte Ue ha innescato le proteste dei produttori di zucchero, che senza pesticidi temono di perdere il raccolto.

Pesticidi, i produttori di zucchero protestano contro i divieti: “Addio a quello europeo”

La formula pare dolorosamente semplice – meno pesticidi, meno cibo. A pagare un pegno particolarmente salato (gioco di parole non voluto, diciamo sul serio) sono però i produttori di zucchero, che alla luce di una recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, che ha messo fine alle deroghe ai divieti relativi ai cosiddetti pesticidi neonicotinoidi, hanno suonato l’allarme dichiarando che saremo costretti a rinunciare allo zucchero europeo. Il nodo della questione, in realtà, è davvero semplice: le deroghe di cui sopra riguardavano soprattutto le coltivazioni di barbabietole da zucchero, minacciate da una malattia chiamata “giallo”, che per essere contrastata necessita dell’utilizzo di pesticidi a base di sostanze vietate negli Stati membri in quanto tossiche per le api e potenzialmente rischiose per gli stessi esseri umani.

La tutela delle api e i cali di produzione

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È importante capire, prima di andare avanti, che la classe dei neonicotinoidi è di fatto considerata dalla comunità scientifica come particolarmente nociva per i nostri amichetti impollinatori, tanto da essere stata indicata come principale responsabile del declino della loro popolazione. Tutela delle api che, di fatto, occupa un posto sempre più importante nell’agenda europea: pensiamo al recente divieto all’import di prodotti alimentari con residui di pesticidi nocivi per le api.

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Naturalmente c’è un grosso “ma”. Eh sì, perché di fatto gli agricoltori europei erano liberi di continuare a spruzzare tali prodotti grazie a una serie di eccezioni e deroghe concesse dagli stessi governi – un “libera tutti” che, come accennato in apertura, non è più valido.

I produttori di zucchero non l’hanno presa bene, e la Confederazione internazionale dei produttori di barbabietola europei (Cibe) ha unito le forze con l’associazione degli agricoltori e delle cooperative Copa-Cogeca e con l’Associazione europea dei produttori di zucchero (Cefs) per portare all’attenzione delle autorità comunitarie le proprie preoccupazioni e sottolineare l’importanza dei pesticidi in questione per la lotta al virus “giallo”.

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I numeri, d’altronde, parlano chiaro: quando gli agricoltori francesi non ebbero accesso a queste sostanze la produzione di barbabietola da zucchero crollò del 30%. Elisabeth Lacoste, direttrice della Cibe, ha definito la decisione dell’Eu “un divorzio tra l’interpretazione giuridica e la realtà agronomica che devono affrontare i coltivatori”; e spiegato che la sua implementazione “spinge molti in una situazione senza precedenti poche settimane prima dell’inizio della stagione della semina della barbabietola da zucchero e porta a un’estrema incertezza e situazione caotica”.

Insomma, la situazione è delicata. “Se gli agricoltori non possono coltivarlo” ha aggiunto Marie-Christine Ribera, a capo dell’associazione di settore “la produzione di zucchero sarà impraticabile. Le fabbriche chiuderanno e i posti di lavoro nell’industria andranno perduti in alcune delle zone rurali più vulnerabili dell’Ue”.

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