Pesticidi: uno studio brasiliano accusa Nestlé di aggirare i divieti europei

I pesticidi vietati dall'Europa vengono regolarmente esportati e utilizzati in diverse piantagioni brasiliane che riforniscono Nestlé.

Pesticidi: uno studio brasiliano accusa Nestlé di aggirare i divieti europei

A casa mia no, non si può che la mamma si arrabbia; ma nel campo vicino sì, tanto non ci vede nessuno. Così potremmo riassumere quanto emerso da un recente rapporto redatto da Lighthouse Reports e Repórter Brasil e riportato dal The Guardian, che mostra come i pesticidi vietati nell’Unione europea a causa dei loro legami con l’insorgere di cancro, problemi riproduttivi e malattie neurodegenerative vengano esportati e utilizzati negli impianti brasiliani che riforniscono Nestlé. Confusi? Non c’è problema, ci mettiamo noi a mettere un po’ di ordine: non è certo un segreto che il Vecchio Continente ospiti alcune delle aziende chimiche più grandi e redditizie al mondo, come Sygenta, BASF e Bayer.

Il nodo della questione riguarda un certo numero di pesticidi e fungicidi che, come accennato qualche riga più in su, sono stati vietati dalle autorità sanitarie europee sulla base del loro collegamento a gravi rischi per la salute umana e animale. Tali prodotti vengono tuttavia regolarmente esportati in Brasile, dove vengono poi felicemente utilizzati nelle aziende agricole che riforniscono il mercato internazionale dello zucchero. Com’era quella storia – occhio non vede, cuore non duole, diciamo bene?

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Niente di nuovo sul fronte occidentale? Forse. I nostri lettori più cinici non saranno affatto sorpresi di quanto appena raccontato, ma è innegabile che l’accusa contenuta nel rapporto è grave. Le prove, d’altronde, non mancano: alcuni documenti del ministero dell’Agricoltura brasiliano, ottenuti regolarmente attraverso una richiesta formale sulla base della libertà di informazione, hanno rivelato che un fungicida griffato BASF a base di epossiconazolo, una sostanza chimica vietata in Europa, è stato spruzzato in almeno due piantagioni di zucchero che riforniscono Nestlé (tra cui il colosso Copersucar, che ha venduto zucchero in Europa per un valore di circa 1 miliardo di euro nel 2020).

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Badate bene, questo non è che un esempio. Usina Atena, piantagione brasiliana situata nello Stato di San Paolo, è stata indagata dai funzionari del ministero della Giustizia locale che hanno scoperto ingenti tracce del fungicida Priori Xtra, firmato Syngenta e contenente il principio attivo ciproconazolo, il cui uso – l’avrete ormai intuito – è naturalmente vietato in Europa.

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Le autorità pauliste hanno riscontrato anche tracce dell’insetticida Regent 800WG, prodotto da BASF, e Certero, prodotto da Bayer, che includono i principi attivi fipronil e triflumuron, entrambe vietate da questa parte dell’Oceano Atlantico.

Nestlé, sentendo le proverbiali castagne bruciare sul fuoco, ha formulato un aridissimo comunicato stampa: “Continuiamo a seguire da vicino gli sviluppi normativi ovunque operiamo per garantire la piena conformità di tutti i nostri prodotti”, si legge al suo interno. “Nestlé non è coinvolta nella campagna contro un divieto di esportazione di pesticidi e principi attivi vietati nell’UE”.