Piemonte: accordo tra agricoltori e animalisti sulla caccia al cinghiale

In Piemonte è stato raggiunto un accordo contro la caccia al cinghiale fra agricoltori, ambientalisti e animalisti.

Piemonte: accordo tra agricoltori e animalisti sulla caccia al cinghiale

Andiamo in Piemonte perché qui agricoltori, ambientalisti e animalisti hanno raggiunto un accordo contro la caccia al cinghiale. Il tutto è stato firmato insieme durante il Tavolo Animali & Ambiente, formato da diverse associazioni come Enpa, Lav, Legambiente, Lipu, Oipa, Lida, Pan, Pro Natura e SOS Gaia.

L’accordo, stipulato fra le associazioni sopra in questione e il COAARP (Comitato Amici degli Ambienti Rurali Piemontesi) ha lo scopo di unire queste associazioni e gli agricoltori contro l’attività venatoria al cinghiale, considerata come dannosa e inutile per riuscire a risolvere il problema della presenza dei cinghiali.

Secondo quanto emerso, le soluzioni cruente basate sull’abbattimento dei cinghiali da parte dei cacciatori non solo non sono efficaci, ma non sono eticamente accettabili.

cinghiali

Questi i cinque punti chiave dell’accordo raggiunto:

  1. Ridurre il numero dei cinghiali sul territorio per portarlo a un livello compatibile è un obiettivo fondamentale, applicando però correttamente l’art. 19 della Legge n. 157/1992 che dà la precedenza agli interventi ecologici rispetto a quelli cruenti. Questo articolo affida la gestione agli enti pubblici e non ai cacciatori. Secondo il manifesto stilato, la gestione dei cinghiali deve essere tolta al mondo venatorio che non ha interesse nel veder ridotto il numero di animali e per il quale sussiste un conflitto di interessi
  2. Bisogna tutelare gli agricoltori che devono poter raccogliere ciò che seminano. I ristori, anche se doverosi, non sono il focus della questione: oltre alle difficoltà create dal clima, non bisogna aggiungere quelle create dal mondo della caccia per “soddisfare i propri interessi ludici ed economici”
  3. La caccia non è un valore aggiunto per l’agricoltura in quanto il cacciatore usa gratuitamente terreni privati, coltivati e no, a spese dei proprietari. Inoltre spesso sono di ostacolo ad usi turistici e culturali. Gli agricoltori devono avere il diritto di poter escludere dai propri fondi coloro che possano arrecargli danni. Pertanto bisogna superare la deroga pro caccia dell’art. 842 del Codice Civile che permette al cacciatore di poter entrare nei fondi privati anche contro il volere del proprietario
  4. Il manifesto si dichiara contro la realizzazione di una filiera della carne di cinghiale
  5. Il futuro dell’attività agricola deve basarsi su produzioni ecologicamente sostenibili, che siano rispettose anche del benessere degli animali

Sempre in Piemonte, qualche settimana fa aveva fatto discutere la proposta inerente la possibilità di cacciare tramite elicotteri.