I dati rivelati dall’Api – Associazione Pizzerie Italiane, parlano chiaro: riferendosi alle pizzerie di Roma, qui a causa della pandemia da Covid-19, fra metà 2020 e il 2021 sono stati chiusi il 20% dei locali. Inoltre le pizzerie rimaste aperte non hanno ricevuto sufficienti ristori.
Questi dati sono stati rivelati durante una convention che si è tenuta a Vicalvi, in provincia di Frosinone. Tuttavia c’è anche qualche buona notizia all’orizzonte: nonostante la crisi economica e sanitaria, infatti, è stato notato un trend del 5% per quanto riguarda le prossime riaperture.
Prima dell’emergenza sanitaria, le attività del settore erano circa 5mila, incluse quelle di pizza al taglio. La pandemia ha ridotto drasticamente il numero dei locali ancora attivi, anche se l’associazione di pizzaioli ha sottolineato che c’è una timida ripresa in vista. Tuttavia è necessario che questa professione venga riconosciuta e bisogna anche valorizzare le scuole specializzate.
Per questo motivo Api ha stretto un accordo con Anpit Azienda Italia, l’Associazione nazionale per l’Industria e il Terziario.
I dati rivelati da Api sono in linea con quanto indicato da Fipe per l’intero settore della ristorazione. Grazie alle graduali riaperture, il settore ha recuperato le perdite per oltre 6 miliardi di euro, ma purtroppo si è ancora lontani dai livelli pre-pandemia. E questo Natale 2021 non è andato molto bene per i ristoranti: la maggior parte degli italiani ha preferito mangiare a casa, disdicendo le prenotazioni nei ristoranti (in Toscana è stato cancellato il 50% delle prenotazioni).