Prosek, Fipe: “Bar e ristoranti a difesa del Prosecco”

Continua a far discutere la "guerra degli omonimi" Prosecco e Prosek: ora, a sostegno di 350 mila locali, scende in campo anche la Fipe.

Prosek, Fipe: “Bar e ristoranti a difesa del Prosecco”

Sono 350 mila i bar e ristoranti italiani pronti a difendere l’eccellenza del Prosecco dal tanto controverso “via libera” dell’UE al quasi omonimo Prosek. Affianco a loro si schiera la Fipe – Confcommercio, che assicura il suo sostegno nel tentativo di tutelare l’eccellenza nostrana da quello che sembra essere “un tentativo di sdoganare l’italian sounding anche in Europa.”

Gianfranco Deidda, presidente di Fuoricas@, paragona l’eccellenza del Prosecco a quello del caffè espresso e degli spaghetti, sostenendo che tutti e tre allo stesso modo contribuiscono all’ideale dello stile di vita italiano.  “Noi siamo il terminale ultimo di una filiera agroalimentare che produce, distribuisce e infine somministra uno spumante di qualità eccellente e come tali siamo pronti a fare la nostra parte in questa battaglia”, ha dichiarato.

Parole decise, chiaramente volte a difendere il vasto mondo imprenditoriale e agricolo che ruota attorno alla produzione della celebre bollicina. Da parte dell’Unione Europea, nel frattempo, giungono segnali rassicuranti: solo poche ore fa il commissario europeo all’agricoltura Wojciechowski ha precisato che le obiezioni italiane saranno considerate a dovere, e che proteggere le indicazioni geografiche è di fatto la priorità assoluta.

Tuttavia, prima di strapparsi le vesti e seguire l’appello del Fipe a spada tratta bisognerebbe ricordare che il Prosecco e il Prosek sono due prodotti estremamente diversi (l’uno è uno spumante declinato per lo più dal brut all’extra dry, l’altro un vino fermo e dolce ottenuto da uve appassite) che si rivolgono a segmenti di pubblico ben differenti. Inoltre il conflitto a causa dei nomi, seppur inevitabile, non dovrebbe assolutamente spaventare: in base alle norme comunitarie, che “premiano” il nome di territorio, è molto difficile che la UE riconosca al Prosek il diritto di mantenere il suo nome. Se Prosecco è infatti è un’indicazione geografica ben precisa, il nome del vino croato non si rifà a un luogo geografico. A questo punto, una volta riconosciuta l’assonanza con il nome della bollicina nostrana (che pare inevitabile), pare chiaro che non potrà essere autorizzato.