Provereste una birra prodotta con le acque grigie di docce e lavanderie?

Per "shower beer" si intende bersi una o più birre sotto la doccia. C'è un'azienda, però, che ha deciso di cambiare la definizione.

Provereste una birra prodotta con le acque grigie di docce e lavanderie?

A onor del vero la birra prodotta con le acque reflue non è un concetto nuovo: due anni fa circa vi raccontammo di una startup a stelle e strisce che alimentava la propria produzione brassicola riciclando le acque reflue di un condominio. Quel che dà di fatto corpo a questa notizia è che ora una birra di questo tipo ha fatto il suo debutto sul mercato.

L’obiettivo della Epic OneWater Brew – questo il nome della start up di cui sopra – era di fungere da dimostrazione pratica: in anni segnati dal cappio della siccità, l’idea era di fare luce sulle potenzialità e la virtù del riciclo. La Epic Cleantec di San Francisco e la Devil’s Canyon Brewing Company di San Carlos, in California, hanno invece dimostrato l’ambizione di un lancio commerciale con la Shower Hour IPA e la Laundry Club Kölsch. Nomi che sono tutti un programma, converrete.

Ma qualcuno proverebbe la birra prodotta con acque reflue?

Birra acque reflue

Shower Beer, definizione: tendenza culturale con origine nel primo decennio degli anni 200 che consiste nel consumare una o più birre mentre si fa la doccia. Ecco, l’ambizione di Epic Cleantec è fondamentalmente quella di costringere Urban Dictionary ad aggiungere una seconda nota alla voce in questione.

“Abbiamo creato la migliore shower beer al mondo” dice Aaron Tartakovsky, co-fondatore e CEO di Epic Cleantec, nel video promozionale del lancio. Benone: la fiducia in se stessi è fondamentale per convincere chi storce il naso a prescindere. EC è un’azienda specializzata nel riciclo e nella purificazione delle acque reflue che ha avuto l’idea di sviluppare due etichette realizzate con le acque grigie di grandi edifici residenziali.

La birra analcolica è più credibile del dealcolato, ed è un grande assist per i birrifici artigianali italiani La birra analcolica è più credibile del dealcolato, ed è un grande assist per i birrifici artigianali italiani

L’idea, è giusto notarlo, ha visto la luce come provocazione: inizialmente il piano “non era di venderla davvero, ma solo di provare a produrne un po’ per vedere le reazioni del pubblico”. Poi Tartakovsky si è trovato a sedere alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’Acqua allo stesso tavolo di alcune delle principali aziende del beverage al mondo.

La vicenda è andata più o meno così: il nostro ha scoperto che “ci vogliono più di 30 litri di acqua per produrre un solo litro di birra”. Il nostro ha chiesto alle aziende presenti “se avrebbero preso in considerazione l’idea di produrre i propri prodotti con acqua riciclata”. Le aziende presenti hanno risposto che nessuno si sarebbe avvicinato. Il nostro ha deciso di provarci lo stesso.

Per acque grigie si intendono le acque reflue provenienti da attività domestiche, tra cui docce, bagni e lavanderia, prive di scarichi del WC e di deflusso del lavandino della cucina; e non sono da confondere con le più sporche acque nere. Il muro del pregiudizio, in ogni caso, rimane solido; ma la traiettoria della shower beer per eccellenza continua a puntare in alto.

L’acqua purificata dai sistemi di Epic Cleantec viene analizzata da una serie di laboratori indipendenti, mentre la produzione brassicola in sé – avviata con soli ingredienti certificati sostenibili – è responsabilità della Devil’s Canyon Brewing Company. Qualche anno fa Sir James Bevan, capo dell’Agenzia per l’ambiente del Regno Unito, disse che occorre essere “meno schizzinosi” quando si parla del riciclo delle acque reflue: magari questa può essere l’occasione di dare una dimostrazione pratica con tanto di brindisi.