Oggi è il World Sushi Day, occasione ideale per approfondire un po’ il rapporto tra gli italiani e la più celebre specialità della cucina giapponese.
Una storia d’amore incondizionato, visti i consumi sempre in rialzo, che vede l’Italia secondo consumatore europeo dietro la Francia, con buona pace del gastronazionalismo di cui ci vantiamo.
Dare un’occhiata a qualche numero è sempre d’aiuto per analizzare la questione, e a fornirci qualche spunto è Just Eat, piattaforma di consegne a domicilio che snocciola i dati sulle preferenze degli italiani in fatto di nighiri e compagnia.
I dati di Just Eat
Partiamo col numero più grande e rappresentativo: nel 2024 sono stati ordinati 705 mila chili di sushi, un numero che certamente rende l’idea dell’amore del nostro paese per il questa specialità
Il momento di consumo preferito resta la sera, nella fascia tra le 18 e le 21, dove sono state consegnate 500 mila di quei chili di riso, alghe e pesce crudo, specialmente tra gennaio, febbraio e marzo: il sushi quindi non è una specialità apprezzata solo col caldo estivo, anzi, visti i 196 mila chili venduti nel primo trimestre dell’anno.
Ma qual è la varietà di sushi preferita dagli italiani? Quando si tratta delle cucine non siamo così tradizionalisti. Il più classico dei formati infatti, il nighiri, è al secondo posto con un netto distacco: 140 mila chili ordinati rispetto ai 247 mila del vincitore, l’uramaki, il roll col riso fuori che avvolge il ripieno, per intenderci; segue il sashimi con 56 mila chili, il gunkan (riso avvolto in alga sormontato da un topping) con 39 mila chili e il temaki, il cono di alga, con 31 mila chili.
Una tendenza ovviamente cavalcata e sostenuta dalla diffusione sempre più capillare degli all you can eat, in cui si mescolano, senza grossi patemi filosofici, cucina giapponese, cinese e genericamente orientale. Ecco quindi che ad accompagnare gli ordini di Just Eat troviamo involtini primavera (oltre 46 mila porzioni), gyoza (quasi 42 mila), riso alla cantonese, spaghetti di soia, nuvolette di gamberi e tartare di salmone.
A guidare la classifica delle città dove si ordina più sushi sono ovviamente Roma e Milano, con gusti ben distinti. A Roma, i dati parlano chiaro: la capitale ama il sashimi sake e gli uramaki con formaggio spalmabile. Milano invece, dimostra una predilezione per combinazioni creative: spopolano gli uramaki tiger roll e uramaki ebiten, ma anche un pizzico di piccantezza, con i gunkan spicy salmon. Anche città come Genova, Torino, Trieste, Padova e Monza registrano numeri rilevanti, confermando una tendenza nazionale trasversale e consolidata, ma ad unire queste città è un denominatore comune ben preciso: il nigiri al salmone, con oltre 17mila chili ordinati.