Il Buonappetito – Quel che ci ha lasciato la bolla gastronomica

La bolla mediatica della gastronomia è scoppiata, i libri di ricette vendono sempre meno, pure di Masterchef si parla ormai stancamente. Ecco una lista di abitudini che la bolla ci ha lasciato

Carlo cracco

In fondo al cuore, lo sappiamo tutti: la bolla mediatica della cucina è scoppiata.

Le chef star son sempre le stesse da anni, i libri di ricette vendono ormai come quelli di poesia tagika, pure di Masterchef si parla ormai stancamente e quasi si rimpiangono i tempi andati in cui la mattina al bar si poteva sparlare della patatina di Cracco.

Cracco, patatine e la pubblicità

Cracco: prima delle patatine

La cavalcata è finita ma non senza lasciare il segno: il mondo che è rimasto è d iverso da quello che era, abbiamo più idee, più passioni, più oggetti.

Ecco dunque un elenco poco ragionato di quel che ci ha lasciato la Bolla.

— Tre libri di Benedetta Parodi perfetti per tenere diritto il tavolino cui s’è rotta la gamba
— Un coppapasta che ora usiamo come svuotatasche
— Il fatto di spendere in ristoranti il decuplo di quello che spendiamo in teatro, in cinema, in libri, in concerti messi assieme
— L’inesorabile fotografia al piatto prima di mangiarlo, anche se è il brodino dell’ospedale dopo il bendaggio gastrico
— Un abbattitore riutilizzato come fioriera
— Una tale abitudine a mangiare la carne cotta a bassa temperatura che quando addenti una bistecca vera ti sembra di juta
— Le ospitate dei vincitori di Masterchef alle iniziative più improbabili: varo di supermercato, serata in discoteca, inaugurazione di autolavaggio
— La repulsione verso la pasta industriale che abbiamo mangiato tutta la vita
— La passione per vini naturali spesso cattivissimi
— L’abitudine a chiamare i cuochi per nome – Massimo, Niko, Carlo, Davide – anche se non gli hai mai rivolto una parola in vita tua
— I follower di Twitter che ormai valgono come i soldi del monopoli
— Le stucchevolissime riflessioni sulla fine della bolla (questa compresa).

Tra tutti i cambiamenti prodotti dall’esplosione della bolla, ce n’è uno che è il più benedetto di tutti: chi studia per fare il cuoco non ha più il miraggio di diventare una star della TV.

Lo scopo di chi studia per fare il cuoco dev’essere fare il cuoco: così vanno le cose, così devono andare.

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