Rapporto Coop 2019, cibo a domicilio: il food delivery ruba spazio al take away

Secondo il Rapporto Coop 2019, nel settore del cibo a domicilio, il food delivery sta rubando terreno al take away. Inoltre ristorante e pizza sono le scelte preferite.

Rapporto Coop 2019, cibo a domicilio: il food delivery ruba spazio al take away

Il Rapporto Coop 2019 parla anche del cibo a domicilio: sembra che il food delivery stia rubando spazio al take away. Secondo il report, gli italiani stanno scoprendo la gioia di ricevere il pasto a domicilio comprato online. Quasi un italiano su tre ricorre a questo servizio con nomi come Deliveroo, Just Eat e Glovo che risuonano ovunque. Questo mercato piace soprattutto alle nuove generazioni perché possono coniugare tradizione con nuove tecnologie: possono gustare cibi ottimi stando comodamente a casa e senza dover faticare a fare la spesa o stare ai fornelli.

Per quanto riguarda i consumi di food&beverage fuori casa, in Europa ci troviamo al terzo posto, dopo Gran Bretagna e Spagna. Questo settore rappresenta più di un terzo dei consumi alimentari complessivi dell’Italia e, in questi anni di crisi, ha retto meglio rispetto al classico carrello della spesa, visti anche i risicati budget delle famiglie.

All’interno di questo settore, il segmento maggiormente in crescita è quello del meal delivery, cioè il ristorante che va a casa degli italiani. Secondo i dati Nielsen, sono 4.2 milioni gli italiani che hanno sfruttato il servizio del pasto a domicilio almeno una volta nel corso dell’ultimo anno. Inoltre un’indagine Fipe ha confermato che più del 30% degli italiani ha usato il food delivery a casa sfruttando canali social e online.

Il food delivery sta piano piano rubando spazio ai take away classici, ma non ai ristoranti. Dopo un live rallentamento nel 2017, nel 2018 sono tornati in cima alle preferenze degli italiani. Più di tre quarti dei pasti consumati fuori casa si svolgono al ristorante. Stessa cosa accade in Europa. Tornando al food delivery, gli italiani forniscono precise ragioni per cui preferiscono questo sistema di consegna di cibo a domicilio:

  • desiderio di non uscire di casa e mangiare comunque qualcosa di buono: 37%
  • frigorifero vuoto o non c’è niente da mangiare in casa: 36%
  • mancanza di voglia nel pensare ai pasti: 35%
  • mancanza di tempo per cucinare: 32%
  • arrivo di ospiti imprevisti: 18%

Solitamente chi ricorre alla consegna di cibo a domicilio è un consumatore giovane, il tipico Millenial nativo digitale, sia maschio che femmina. Altri fautori del food delivery sono i professionisti single che rientrano a casa tardi dal lavoro e non hanno tempo né di fare la spesa né di cucinare. Una discriminante importante sembra essere la posizione geografica: Milano e Roma sono attualmente la patria del food delivery in Italia.

Il meal delivery nel nostro paese ha raggiunto ormai il 93% delle città italiane con più di 50.000 abitanti e quasi un abitante su due. Rimangono, invece, scoperte le aree meno densamente popolate, soprattutto nel Sud. Tuttavia la copertura è in crescita: due anni fa la percentuale era del 74%.

Ma qual è il piatto più amato quando si ordina online? La pizza ovviamente è al primo posto:

  1. pizza
  2. hamburger
  3. giapponese
  4. cinese
  5. panini e piadine

In termini di crescita, invece, sono la gastronomia e la rosticceria gourmet di alta qualità a prendere piede:

  1. gastronomia: +446%
  2. rosticceria: +429%
  3. noodles: +258%
  4. healthy: +163%
  5. gelato: +115%

Vista la crescita del food delivery (l’anno scorso si parlava di un business di 350 milioni di euro), ecco che anche la GDO ha cercato di rispondere a modo suo, ampliando l’offerta di prodotti che rispondono ai medesimi bisogni che spingono gli italiani a scegliere il meal delivery. Si parla dunque di food to go: è il cibo pronto ad alto contenuto di servizio che viene comprato nei supermercati. Il giro di affari ha sfiorato 1.9 miliardi di euro. Al momento, la classifica delle voci di sepsa del food to go all’italiana sono:

  1. snack dolci a base di cereali: 134.8 milioni di euro
  2. frutta secca senza guscio e mandorle: 125.3 milioni di euro
  3. primi piatti pronti e zuppe: 116.6 milioni di euro
  4. sushi: 114.3 milioni di euro
  5. yogurt: 113.7 milioni di euro

Se invece si vanno a vedere i piatti food to go tipici della tradizione Made in Italy, la classifica diventa:

  1. polenta: +138%
  2. primi piatti pronti (pasta ripiena): +62%
  3. primi piatti pronti (altri tipi): +55%
  4. frutta IV gamma (mista): +29%
  5. verdura IV gamma (insalate arricchite): +24%