Recensioni false: la verifica dell’identità non sarà più obbligatoria, cosa cambia nella riforma

Secondo l'Unione Europea, la verifica dell'identità non è compatibile con la tutela della privacy dei consumatori: la riforma anti-recensioni false del Governo dovrà essere modificata.

Recensioni false: la verifica dell’identità non sarà più obbligatoria, cosa cambia nella riforma

Il Governo italiano ci aveva provato ad affrontare la questione delle false recensioni online, un fenomeno in grado di causare danni notevoli, stimati tra il 6% e il 30% del fatturato di hotel e ristoranti, annunciando una riforma richiesta a gran voce dalle associazioni di categoria, che avrebbe imposto vincoli molto stretti a chi avesse voluto scrivere il proprio giudizio su piattaforme come Tripadvisor.

Il nuovo regolamento prevedeva non solo di provare la propria presenza nell’attività recensita, per esempio con uno scontrino, ma anche la propria identità: un obbligo che appariva in contrasto con le norme sulla privacy, e che ha visto il parere contrario anche della Commissione Europea, imponendo un cambio nel testo che al momento è ancora in esame presso la commissione Industria del Senato.

Che cosa cambia nella riforma sulle false recensioni

recensioni

Un emendamento proposto in Senato ha di fatto eliminato l’obbligo di identificazione per i consumatori che lasciano recensioni online, cedendo quindi al pressing della Commissione europea, che ha recepito le osservazioni principali riguardanti il rispetto delle norme UE sulla privacy e sulla libertà di espressione.

Già nel 2022 infatti, Bruxelles aveva promosso un pacchetto di norme che non menzionava mai l’identificazione: pur richiedendo la verifica dell’effettivo utilizzo del servizio, la priorità restava quella della tutela della privacy dei consumatori. Se da un lato l’anonimato torna, la normativa mantiene comunque fermo l’obiettivo di garantire “recensioni online attendibili e provenienti da chi abbia utilizzato o acquistato il prodotto o il servizio”. Per raggiungere questo scopo, le nuove disposizioni -che si applicheranno unicamente alle recensioni future, senza intaccare quelle già pubblicate- richiedono che i contenuti siano “dettagliati e pertinenti”.

Come il Governo vuole mettere un freno alle recensioni false Come il Governo vuole mettere un freno alle recensioni false

Gli esercenti mantengono il diritto di replica e la possibilità di richiedere la cancellazione di commenti palesemente falsi o eccessivi alle piattaforme web. Inoltre, il periodo per inserire le recensioni è stato esteso in modo significativo, passando da quindici a novanta giorni. Permane, infine, il divieto categorico di compravendita di commenti e la promozione o il condizionamento delle recensioni tramite incentivi.

Un’altra novità cruciale riguarda l’ente preposto al controllo: non sarà più l’Agcom, ma l’Antitrust a redigere le linee guida e a monitorare il fenomeno delle recensioni illecite. L’Autorità, sentiti il Garante della Privacy e il ministero del Turismo, potrà infliggere multe milionarie o fino al 10% del fatturato annuo globale di un’impresa in caso di violazione. Le associazioni di categoria potranno anche essere riconosciute come “segnalatori attendibili”.

Il numero attuale di recensioni false pone l’Italia all’interno di una “lista nera” insieme a India, Russia, Stati Uniti, Turchia e Vietnam, paesi da cui proviene più della metà delle recensioni a pagamento rimosse da Tripadvisor, più di 1,3 milioni secondo un rapporto del 2022: il 4,3% del totale, e sempre in crescita.