Regno Unito, creati pomodori geneticamente modificati con vitamina D extra

Alcuni scienziati del Regno Unito sono riusciti a ottenere alcuni pomodori geneticamente modificati più ricchi di vitamina D.

Regno Unito, creati pomodori geneticamente modificati con vitamina D extra

Si stima che una percentuale oscillante tra il 13 e il 19% degli abitanti del Regno Unito soffra di bassi libelli di vitamina D, necessaria per mantenere in salute ossa, denti e muscoli (il che, considerando che la principale fonte di questo nutriente proviene la luce solare, non dovrebbe sorprendere – avete mai provato a dare un’occhiata alle previsioni del tempo d’oltremanica?). In questo contesto, la messa a punto di alcuni pomodori geneticamente modificati, ciascuno contenente la stessa quantità di provitamina D3 – il precursore della vitamina D – quanto due uova o un cucchiaio di tonno, è una gran scoperta, che di fatto permette di rispondere a un’esigenza della popolazione locale senza aumentare necessariamente il consumo di pesce grasso e carne rossa (altre fonti alimentari di vitamina D).

Il che, nel Paese che ogni anno celebra il Veganuary, potrebbe essere particolarmente importante: le piante di pomodoro in questione sono state create utilizzando una tecnica di editing chiamata Crispr-Cas9. “Pensate a un paio di pinzette molecolari” ha spiegato Jie Li del John Innes Center di Norwich, che ha guidato il processo di ricerca. “Pinzette che puoi usare per ritagliare con precisione un piccolissimo frammento del gene per poi migliorare un tratto desiderabile nelle piante, il tutto molto più rapidamente rispetto al tradizionale processo di riproduzione, e soprattutto senza introdurre DNA estraneo da altre specie”. Più precisamente, l’enzima in questione si occupa normalmente di convertire la provitamina D3 in colesterolo: una volta alterato, questo processo si è interrotto e la provitamina D3 ha preso ad accumularsi nei frutti in quantità ben più notevoli.

Occorre sottolineare, infine, che a differenza degli OGM le piante così ottenute non contengono tracce genetiche di altri organismi e, teoricamente, potrebbero essere ricreate in maniera del tutto naturale attraverso l’allevamento selettivo – anche se con tempi infinitamente più dilatati. Nel Regno Unito questa tipologie di colture modificate è tuttora oggetto di un disegno di legge che dovrebbe essere approvato entro la fine dell’anno: se così fosse, i primi alimenti ottenuti con questo metodo dovrebbero essere disponibili già dal 2023.