Una recensione negativa che porta a una querela per diffamazione: ci stiamo riferendo a quanto accaduto in quel di Rimini, dove il titolare di un ristorante – il Chi Burdlaz, a rigor di cronaca – ha deciso di denunciare un turista tedesco reo di aver pubblicato online un giudizio tutt’altro che tenero del suo locale. Ma andiamo on ordine: secondo quanto ricostruito, il turista in questione si sarebbe accomodato all’interno del ristorante in compagnia del figlio per ordinare un hambuger. Con i minuti che si rincorrevano impietosi e il piatto che evidentemente rimaneva vuoto, l’uomo ha preso a lamentarsi per i tempi d’attesa e per la qualità del servizio, arrivando addirittura a chiedere che un cameriere venisse licenziato.

Impossibile arginare quella rabbia primordiale: il turista, uscito dal locale, ha voluto veicolare tutto il suo disappunto attraverso il comodo strumento delle recensioni online scrivendo, tra le altre cose, di non avere nemmeno ricevuto lo scontrino fiscale. Un piccolo dettaglio, questo, che ha trasformato la vicenda da innocuo battibecco a processo: il ristoratore è infatti certo di aver riconosciuto nell’autore della recensione il signore tedesco di cui sopra, ed è altrettanto sicuro di avergli fatto lo scontrino e di poterlo dimostrare in quanto l’uomo avrebbe pagato con la carta di credito. In altre parole, il titolare è stato accusato di essere un evasore pur – apparentemente – non essendolo.
“Abbiamo deciso di procedere anche se è complesso radicare queste denunce perché è difficile l’identificazione dei soggetti” ha spiegato a tal proposito l’avvocato Paolo Ghiselli, indicando proprio il pagamento elettronico come elemento scatenante. “Grazie a quello identificheremo l’autore del reato perché il problema è che Google, Facebook e gli altri non rilasciano i dati ma le banche sì”. Al momento la querela è stata depositata in procura presso il tribunale locale, e la polizia postale si occuperà delle dovute indagini: staremo a vedere. Non si tratterebbe certo della prima volta, dopotutto, in cui le recensioni vengono declinate come sfogo anziché come sincero spazio di giudizio: vi ricorda nulla il caso di Salt Bae?