Riso, l’India impone una tassa del 20% sull’export: si teme una diminuzione del raccolto

L'India ha imposto una tassa del 20% sull'export di numerose qualità di riso, citando una possibile diminuzione del raccolto.

Riso, l’India impone una tassa del 20% sull’export: si teme una diminuzione del raccolto

Nelle puntate precedenti di “Nuova Delhi chiude i rubinetti” assistemmo a graduali blocchi dell’export di grano, zucchero e infine farina – tutte misure adottate dalle autorità governative nel tentativo di tutelare l’approvvigionamento nazionale, assicurando così ai propri cittadini le adeguate scorte alimentari. Spostandoci a oggi, invece, ecco che l’India ha deciso di vietare completamente l’esportazione delle rotture di riso, uno dei sottoprodotti della sua lavorazione, e di imporre allo stesso tempo una tassa del 20% sull’esportazione di numerose quantità di riso. La decisione – annunciata da Sudhanshu Pandey, del ministero dei Consumi, Alimentazione e Distribuzione pubblica – è stata motivata, proprio come in passato, citando la necessità di assicurare il fabbisogno interno in vita di una possibile calo produttivo.

siccità

Importante notare, per di più, che nella prima metà dell’anno corrente il prezzo del riso è cresciuto in media del 38%: in questo contesto, la manovra in questione potrebbe anche essere utile per mettere una briglia al mercato e regolare i prezzi. L’India, dopotutto, è il maggior produttore di riso al mondo; e nei soli ultimi quattro anni è riuscito a mettere a segno un incremento esponenziale delle esportazioni, passate da 1,58 milioni di tonnellate a 2,13 milioni di tonnellate su base annua. Interessante notare che l’aumento ha riguardato soprattutto proprio le rotture di riso – il cui export è ora vietato, per l’appunto -, passate dall’1,3% per del 2019 al 23% di quest’anno.

“Molti importatori come la Cina hanno scelto di sostituirle al mais per la crescita dei prezzi dei cereali” ha commentato a tal proposito Sudhanshu  Pandey. Il timore delle autorità governative, come già accennato, è che la siccità negli stati produttori – come il Bengala occidentale, il Bihar e l’Uttar Pradesh – il raccolto possa calare pericolosamente, minacciando le scorte interne.