Riso, stagione da dimenticare: la produzione è crollata di oltre il 30%

La raccolta del riso italiano ha preso il via in un contesto decisamente amaro: le stime indicano un crollo della produzione del 30%.

Riso, stagione da dimenticare: la produzione è crollata di oltre il 30%

Sovente si usa l’espressione “tempesta perfetta” per riferirsi a contesti che, a un’analisi più attenta, svelano un giudizio frettoloso e spiccatamente pessimista. Nella fattispecie della filiera del riso, tuttavia, è difficile astenersi dall’utilizzarla: la produzione nazionale si è trovata a dover fare i conti con il cappio della siccità – che ha addirittura spinto molti produttori ad abbandonare la coltura -, maltempo e nubifragi e, ultimo ma certo non per importanza, con i rincari al costo dell’energia e del gasolio, che stanno devastando i bilanci già ballerini di diverse aziende agricole. Il via libera della raccolta del riso, dunque, arriva quest’anno in un contesto decisamente amaro – con l’analisi redatta dalla Coldiretti per l’occasione che indica un crollo di oltre il 30% della produzione nazionale.

tostare risoAddirittura, in alcune delle zone più strangolate dalla carenza idrica – Lombardia e Piemonte in particolare – il crollo produttivo arriva a toccare picchi del 40%: in Lombardia si stimano 23 mila ettari di risaie dove la produzione rischia di essere del tutto azzerata – una perdita a cui, secondo l’Ente Risi, si dovranno aggiungere danni parziali a coltivazioni che comunque verranno trebbiate. Si tratta, in altre parole, di uno “shock devastante per l’economia e l’occupazione”, con oltre “diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell’intera filiera” che si trovano a dover affrontare – secondo la lettura proposta dalla Coldiretti – “la concorrenza sleale delle importazioni low cost dai paesi asiatici che vengono agevolate dall’Unione Europea”.

Segnaliamo, infine, la recente approvazione al decreto del Mipaaf che di fatto stanzia 15 milioni di euro, fino a esaurimento, per i risicoltori italiani: basterà questa boccata d’ossigeno a sollevare le sorti di una stagione produttiva altrimenti da dimenticare?