Ristoranti e bar: Fipe dice no alla discriminazione col Green Pass

Fipe dice no alla discriminazione col Green Pass per ristoranti e bar: perché si potrà cenare liberamente nei ristoranti di villaggi, alberghi e campeggi mentre negli altri esercizi servirà il Green Pass?

Ristoranti e bar: Fipe dice no alla discriminazione col Green Pass

La Fipe torna a parlare del Green Pass e dice no alle discriminazioni fra le imprese: o serve per tutte o per nessuna. Che senso ha, infatti, chiedere il Green Pass per poter entrare in ristoranti e bar quando chiunque potrà cenare liberamente nei ristoranti di villaggi, alberghi e campeggi?

La Fipe si riferisce alle regole ancora ipotetiche in merito all’utilizzo del Green Pass. Se le ultime ipotesi diventassero legge, 26 milioni di italiani (17 se servisse una sola dose) potranno recarsi in vacanza, salire sui mezzi pubblici, andare al supermercato, andare a lavorare in ufficio o in fabbrica, ma non accedere a ristoranti e bar.

Aldo Cursano, vide presidente vicario di Fip-Confcommercio, parla dell’ennesimo paradosso, una “discriminazione inaccettabile” perché anche le loro sono imprese turistiche che vivono di mercato. Cursano sottolinea che, ancora una volta, si vuole metter la croce sulle spalle dei Pubblici esercizi, penalizzando di nuovo attività che hanno già pagato un prezzo altissimo a causa delle misure restrittive collegate alla pandemia. Già qualche giorno fa Fipe aveva dichiarato che il Green Pass obbligatorio avrebbe penalizzato di nuovo questo settore.

Cursano sostiene che se davvero la campagna vaccinale ha bisogno di una spinta, allora bisognerebbe estendere l’obbligo vaccinale, a singola o doppia dose, per poter accedere a qualsiasi tipo di servizio: se serve l’ennesimo sacrificio, questo deve essere condiviso da tutti.

Aldo Cursano ribadisce, poi, che Fipe è da sempre favorevole ai vaccini, ma fatica a credere che in Italia ci siano 17 milioni di no vax. Secondo lui, la campagna vaccinale procede seguendo tempi tecnici basati su protocolli sanitari e sulla logistica. Superato il problema della disponibilità dei vaccini, gli attuali non vaccinati non sono tutti no vax, ma giovani che vogliono vaccinarsi e che stanno aspettando di poterlo fare.

Si tratta, dunque, di una doppia discriminazione secondo il vice presidente: da una parte ci sono le persone non ancora vaccinate a cui viene impedito l’accesso a ristoranti e bar, dall’altra ci sono gli stessi ristoranti e bar perché sarebbero fra le poche attività alle quali si potrà accedere solamente con il Green Pass.