Ristoranti e bar: la Fipe dice basta all’obbligo del controllo del Green Pass

Fipe chiede che venga tolto l'onere a carico dei ristoratori del controllo del Green Pass dei clienti: bisogna passare a una fase di autoresponsabilità.

Ristoranti e bar: la Fipe dice basta all’obbligo del controllo del Green Pass

Visto il miglioramento del quadro sanitario e le promesse di revocare gradualmente le restrizioni, ecco che adesso Fipe chiede al Governo di dire basta all’obbligo dei ristoratori di controllo del Green Pass per i clienti di ristoranti e bar.

Se si va verso una nuova fase di normalità, ecco che i ristoratori chiedono una maggior semplificazione: in primis viene chiesto di togliere l’onere a loro carico dei controlli dei certificati verdi.

Visto anche che in molti paesi europei si sta togliendo l’obbligo in generale del Green Pass, i Pubblici Esercizi pretendono che in Italia venga introdotto il principio dell’autoresponsabilità nell’uso della certificazione verde.

Il che vuol dire che quando le forze dell’ordine controllano un locale, solamente il cliente deve rispondere del fatto di avere o meno i titoli per poter accedere nei ristorante. Non deve essere il ristoratore a controllare chi entra, ma chi entra che, in caso di controlli, deve dimostrare di essere in regola.

Green Pass Ristoranti

Fipe ricorda che il settore dei Pubblici Esercizi, nel corso di questi due anni di pandemia, ha dovuto sopportare continue e mutevoli misure restrittive, adempiendo anche agli obblighi richiesti di merito al Green Pass. Solo che questo adeguarsi alle norme si è tradotto in una serie di oneri aggiuntivi sempre più complessi da rispettare.

Questa complessità, adesso, è eccessiva e vuol dire per le imprese avere sempre maggiori costi da sostenere. Ecco perché Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio ha chiesto al Governo di cambiare rotta per quanto riguarda il Green Pass. Stoppani ha ribadito che il settore vuole assumersi le proprie responsabilità, ma anche che questo settore ha già dato molto.

Stoppani ha continuato ricordando che, in uno Stato Democratico, è necessario salvaguardare l’equilibrio fra l’utilità sociale delle misure di legge e le complicazioni che queste creano ai cittadini e agli imprenditori. Bisogna adattare le regole al progressivo miglioramento della situazione, portando il Paese verso una forma di normalità. E in una situazione di normalità non sono gli imprenditori che devono assumersi il ruolo di controllori.