Ristoranti: Moby non assicura la copertura sanitaria ai dipendenti del suo locale

Il cantante statunitense Moby non assicura la copertura sanitaria ai dipendenti dei suoi locali: Little Pine e Silver Lake.

Ristoranti: Moby non assicura la copertura sanitaria ai dipendenti del suo locale

Gli chef Gordon Ramsay e Joe Bastianich sono stati costretti a chiudere i loro locali per il Coronavirus, ora tocca al cantante statunitense Moby che ha abbassato le saracinesche dei suoi ristoranti: Little Pine e Silver Lake. Ma se il suo collega Jon Bon Jovi ha dato una mano ai suoi dipendenti, lui ha dimostrato una scarsità di empatia nei confronti dei lavoratori che lo accusano di non badare alla loro copertura sanitaria e di un uso sbagliato dei social.

La questione è sorta dopo che il magazine Eater ha raccolto le dichiarazioni di diversi ex dipendenti del Little Pine. Tutti d’accordo nel sostenere che l’artista, in passato, avrebbe donato il 100% dei profitti del ristorante alla causa animalista e che adesso, al contrario, ignorerebbe le richieste del team sulle prestazioni sanitarie. Moby ha, in seguito,contattato con una mail privata gli ex lavoratori del Little Pine e ha inviato una risposta anche al magazine.

Tutta la squadra ha affermato di essere stata informata solo questa settimana sulla “pausa indefinita” del ristorante. “Sono senza copertura nel mezzo di una pandemia globale – ha detto un ex dipendente –, perché la mia assistenza sanitaria è stata annullata da un miliardario”. Ma Moby si definisce sconcertato per le dichiarazioni emerse sui social e in un post Instagram si legge: “Ultimamente abbiamo ricevuto molti commenti ostili sul modo in cui Little Pine è stato messo in pausa … Abbiamo cercato di fare la cosa giusta, pagato i nostri manager, i nostri dipendenti, i nostri fornitori, la nostra assicurazione, ecc. e siamo, come la maggior parte dei ristoranti, seriamente indebitati. Tutto ciò che volevamo era essere un buon ristorante vegano, servire la nostra comunità e generare denaro per le organizzazioni no profit sui diritti degli animali, che amiamo. E ora non solo siamo stati costretti a chiudere, ma siamo sull’orlo della bancarotta, mentre siamo attaccati ferocemente da innumerevoli estranei”.

Moby ha aggiunto di essere dispiaciuto che il ristorante non sia stato in grado di fare di più, per mitigare le difficoltà finanziarie avvertite dai dipendenti. «Sono pienamente d’accordo sul fatto che la chiusura poteva essere gestita meglio – prosegue – e per questo mi assumo la responsabilità di quanto avvenuto e mi scuso ancora”.

[Fonte: Eater]