Ristoranti trasformati in “food boutique”: la petizione anti-fallimento

Su Change.org è stata lanciata la petizione anti-fallimento "food boutique" che vuole proporre una modalità di guadagno alternativa ai ristoranti che rischiano altrimenti di fallire a causa di questo lungo stop.

Ristoranti trasformati in “food boutique”: la petizione anti-fallimento

Con la chiusura dei ristoranti che potrebbe perdurare ancora per diverse settimane causa misure contro il coronavirus, su Change.org è stata lanciata la petizione anti-fallimento “food boutique” con la quale si chiede di aprire alle attività della ristorazione la vendita al dettaglio di alimenti e bevande.

A lanciare la raccolta firme online TrovaciGusto.com|The 1st Digital Food Network con la presidenza del Consiglio dei Ministri. “Decine di migliaia di ristoranti stanno fallendo o falliranno nelle prossime settimane – si legge nella nota della petizione -, e questo comporta danni irrimediabili non solo a chi ci lavora e ai clienti affezionati, ma anche alla cultura enogastronomica patrimonio dell’Italia e al vitale settore del turismo, con effetti ben oltre la durata della quarantena”

Quindi l’idea della petizione è quella di attivare nuove modalità di guadagno “che permettano ai ristoranti di resistere adesso e nei lunghi mesi di “sale semivuote” che si prospettano anche dopo la quarantena”. Quale? La vendita diretta al dettaglio di alimenti e bevande confezionati, in aggiunta alla vendita di quelli prodotti dal ristorante, già consentita.

Per rendere applicabile questa proposta è necessario azzerare fino al 31 luglio 2020, con possibilità di proroga, le svariate formalità burocratiche, come la richiesta di nuovo codice Ateco e comunicazioni alla camera di commercio e al proprio Comune. Dovrà bastare una semplice comunicazione via Pec.

Un approccio decisamente diverso rispetto a quanto accade in USA, dove lo stesso presidente Donald Trump pochi giorni fa ha dichiarato che quando tutto sarà finito, i ristoranti torneranno tutti.