Roma, bar protesta contro il caro bollette impiccando un manichino in vetrina

Un bar in quel di Roma ha deciso di protestare contro il caro bollette esibendo in vetrina un manichino impiccato.

Roma, bar protesta contro il caro bollette impiccando un manichino in vetrina

Evidentemente spegnere le luci per una manciata di minuti non era un modo abbastanza eloquente di comunicare il messaggio. Più volte, riferendoci al temutissimo caro bollette, ne abbiamo descritto gli effetti come una morsa crudele, una sorta di cappio che di fatto rischia di strozzare irrimediabilmente il settore della ristorazione (e non solo, beninteso): un’interpretazione che evidentemente è condivisa anche da Laura Ramoni, proprietaria di un bar di Roma che ha deciso di far squillare la propria voce all’interno del fittissimo coro di proteste contro i rincari a gas ed energia impiccando un manichino in vetrina.

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“È arrivata la bolletta” recita un cartello appeso al petto della vittima, quasi come si trattasse del reato per cui si è trovato a pagare con la sua stessa vita – un’immagine forte che, di fatto, ben riassume la spiacevole situazione attuale. “Vogliamo sensibilizzare le persone” ha spiegato Ramoni “la bolletta della luce è arrivata triplicata, 2600 euro rispetto ai 900 euro di prima. Già il Covid ci ha buttati a terra, ora ci sono questi aumenti, e la bolletta è solo uno dei tanti. Non ce la facciamo più a far fronte a queste spese: ho già dovuto licenziare due ragazzi per provare a stare a galla”. In altre parole, non si tratta semplicemente di stringere la cinghia e incassare il colpo, sorridendo stolidamente mentre la tempesta compie il suo corso: alla situazione attuale, “il futuro è nero”.

Le autorità locali e del settore, nel frattempo, ponderano una sospensione temporanea del pagamento della tassa sui rifiuti: “Sarebbe un provvedimento virtuoso e di sostegno, almeno in parte, per le Pmi capitoline” ha commentato a tal proposito Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio, nel ricordare tuttavia che oltre al caro bollette il comparto della ristorazione si sta trovando a fare i conti anche con “l’aumento dei costi delle materie prime. Un salasso che ad ottobre rischia di portare alla chiusura migliaia di aziende, con gravi ripercussioni sulla tenuta occupazionale”.