Salmonella nel wurstel? Il salumificio Scarlino finisce nella bufera

Attilio Scarino, amministratore unico dell'omonimo salumificio, è stato incluso nel registro degli indagati con l'accusa di commercio di sostanze alimentari nocive.

Salmonella nel wurstel? Il salumificio Scarlino finisce nella bufera

Galeotti furono i wurstel. E anche il tacchino, a onore del vero. Sul salumificio Scarlino, nota realtà con radici in quel di Taurisano, in provincia di Lecce, si sta abbattendo una bufera. La cosiddetta pietra dello scandalo, l’avrete intuito, è di matrice sanitaria: in alcune confezioni di wurstel di pollo e tacchino prodotte dall’azienda in questione, infatti, è stata riscontrata la presenza del batterio salmonella meleagridis.

Il controllo, a onore del vero, fu effettuato nell’ormai lontano ottobre del 2022, con successivo referto arrivato l’11 novembre dello stesso anno e relativo richiamo del ministero della Salute in data 18 novembre; ma la procura di Lecce ha annunciato di avere concluso le indagini preliminari solamente nelle ultime ore.

Salmonella e Scarlino: il punto delle indagini

medici

L’indagine dell’istituto zooprofilattico del mezzogiorno fu effettuata tramite campione prelevato in quel di Napoli, in seguito alla segnalazione delle autorità sanitarie di una positività al virus della salmonella in un bambino di dieci anni nel Casertano che accusava i tradizionali sintomi del caso – febbre alta, conati di vomito, diarrea e forti dolori addominali.

Il Ministero della Salute istituì nelle ore successive il tradizionale richiamo per rischio microbiologico – da noi puntualmente riportato, tra parentesi – decretando il ritiro dal mercato delle confezioni di wurstel “Le Cock” a marchio Scarlino del lotto uno con scadenza al 2 marzo 2023.

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Ma torniamo a noi, ai giorni nostri e all’attuale stato delle indagini avviate in seguito alle segnalazioni delle autorità sanitarie: l’inchiesta portata avanti dal sostituito procuratore Francesca Miglietta ha naturalmente finito per coinvolgere nel registro degli indagati anche Attilio Scarlino, amministratore unico dell’omonomo salumificio, con l’accusa di commercio di sostanze alimentari nocive, commesso con colpa.

Scarlino, una volta appreso “con sconcerto” il nuovo punto delle indagini, ha intavolato un tentativo di difesa. “Emerge in maniera inequivocabile che il bambino di cui si fa menzione nell’articolo di stampa ha consumato un panino con hamburger e non con wurstel” si legge in una nota stampa. “Trattasi di un referto ospedaliero, con valore di atto pubblico”.

Vale la pena notare, rimanendo nel contesto della nota in questione, che Scarlino ha per di più sottolineato come anche un altro membro della famiglia del bambino di cui sopra sarebbe di fatto risultato positivo alla salmonella, pur non avendo consumato gli stessi alimenti.

“Le notizie diffuse” conclude la nota di Scarlino “sono destituite di fondamento e cagionano gravi danni ad una società che, in possesso di tutte le certificazioni tra cui Brc e Ifs, con controlli sanitari continui, da sempre ha posto, quale condizione imprescindibile della propria attività, il rispetto della salute pubblica”.