Salt Bae ha installato una cucina temporanea in Turchia per sfamare le vittime del terremoto

Lo chef Salt Bae ha deciso di installare una cucina temporanea mobile in Turchia per sfamare le vittime del terremoto.

Salt Bae ha installato una cucina temporanea in Turchia per sfamare le vittime del terremoto

Anche Salt Bae ha deciso, come già fatto da chef José Andrés, di installare una cucina temporanea mobile in Turchia per aiutare a sfamare le vittime del terremoto. Il che ci sta visto che Nusret Gokce, questo il suo vero nome, è originario di Pasali, in Turchia. Lo scopo è quello di riuscire a dare da mangiare ogni giorno ad almeno 5mila persone.

Salt Bae in aiuto delle vittime del terremoto in Turchia

Salt Bae

Attualmente il bilancio del terremoto che ha devastato la Turchia e la Siria è di più di 37mila vittime, ma si continuano a cercare superstiti fra le macerie. Il sisma ha raggiunto una magnitudo di 7,8, facendo crollare palazzi e distruggendo intere cittadine. Secondo le stime dell’ONU, le vittime potrebbero tranquillamente superare le 55mila unità.

Salt Bae, tramite il suo account Instagram, ha postato una foto dove si vede il food truck che contribuirà a cucinare pasti caldi per almeno 5mila persona al giorno. Nel post si vede il furgone, con il suo nome sulla fiancata, mentre sta caricando casse e bagagli, pronto per uscire da un magazzino:

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In un altro post si vedono i sopravvissuti in fila, tutti in attesa di ricevere il loro pasto caldo. E accanto ci sono anche i volontari dello chef mentre preparano enormi padelle di cibo:

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Secondo la Turkish Enterprise and Business Confederation, organizzazione imprenditoriale non governativa, il danno economico provocato dal terremoto nella sola Turchia si attesta su 84,1 miliardi di dollari. L’agenzia turca che si occupa di eventi del genere ha rivelato che più di 32mila persone di svariate organizzazioni turche stanno lavorando per cercare i superstiti. Accanto a loro, poi, ci sono anche 8.294 soccorritori internazionali.

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Secondo il professor Angulo, autore di uno studio pubblicato nel 2017 inerente le morti in edifici colpiti da terremoto, le probabilità di sopravvivenza per le persone intrappolate fra le macerie diminuiscono nettamente dopo i primi cinque giorni dal sisma, mentre si avvicinano allo zero dopo nove giorni, anche se è vero che possono esserci delle eccezioni. Questi numeri, però, si abbassano a causa del clima rigido della zona: di notte si arriva anche sotto lo zero.

Chi non è rimasto intrappolato sotto le macerie, però, non ha più una casa dove ripararsi o un posto dove andare a mangiare. Da qui ecco il sostegno da parte di alcuni chef che, per diversi motivi, hanno deciso di aiutare i profughi. Nel caso di José Andrés non è la prima volta che offre aiuto in tal modo: la sua organizzazione umanitaria di soccorso ha organizzato delle cucine temporanee anche in Ucraina, per aiutare le vittime della guerra. Nel caso di Salt Bae, invece, si tratta di aiutare il proprio paese e i suoi connazionali.