Sardegna, l’incendio ha risparmiato l’ortofrutta ma ha fatto strage di api

L'incendio di proporzioni storiche che ha devastato la provincia di Oristano in Sardegna ha avuto conseguenze differenti sulle colture: terribile per gli oliveti e apicoltura, meno per alberi da frutta e ortaggi.

api

L’incendio che ha devastato negli scorsi giorni la provincia di Oristano, in Sardegna, ha bruciato più di 20.000 ettari di terreno distruggendo boschi, campi, orti e frutteti, ma ha avuto effetti differenti sulle colture e le attività agroalimentari in generale: l’ortofrutta è stata risparmiata, mentre gli apicoltori lamentano una vera e propria strage di api. Altri settori molto colpiti sono stati gli oliveti, l’allevamento, le viti e i castagni. La produzione di meloni, angurie e ortaggi nel campidano, zona pianeggiante, è scampata al terribile incendio, ha raccontato a Fruitbook Magazine Salvatore Lotta, direttore commerciale di OP Agricola Campidanese.

Il Montiferru invece, zona colpitissima, dovrà affrontare una grande perdita di biodiversità: fauna selvatica e capi di allevamento, macchia mediterranea e api. Si stima la perdita di un numero tra 300 e 600 alveari, quindi tra 15. e 30 milioni di api, ogni alveare ha infatti in media 50.000 api: producevano lo straordinario miele millefiori locale, oltre a svolgere la fondamentale funzione di impollinatori. L’agricoltura è direttamente chiamata in causa in un dramma del genere, perché gli incendi si sviluppano e si estendono preferibilmente su terreni incolti e abbandonati; dall’altra parte gli agricoltori lamentano di essere elevati a primi custodi del territorio ma di non essere considerati di conseguenza, a livello di finanziamenti e politiche decisionali.