L’amministrazione Trump esulta perché il piano di “rendere l’America sana di nuovo” va a gonfie vele. Peccato che le scelte politiche del tycoon c’entrino poco con le ultime novità, e che che il piano non abbia davvero il vento in poppa come sembra. Affinché cittadine e cittadini statunitensi incorrano in meno rischi di salute, uno degli obiettivi della Casa Bianca è vietare l’uso dei coloranti nell’industria alimentare. Un bando è effettivamente arrivato – e grazie al cielo – lo scorso gennaio per il Red Dye 3, il colorante rosso che più rosso (e cancerogeno) non si può. Ora la lotta continua, così come l’esultazione per le aziende che hanno già autonomamente rinunciato ai coloranti chimici. Ma continua a sfuggire la questione principale.
Bando ai coloranti nocivi dagli USA
Se bastasse vietare i coloratissimi additivi alimentari per risolvere i problemi di salute degli States, saremmo già a buon punto. Peccato che non sia proprio così. Qualcuno potrebbe ribattere che è sempre meglio di niente, che è comunque un punto di partenza; ma sarebbe una visione parziale dei fatti. Facciamo un passo indietro.
L’amministrazione Trump ultimamente è particolarmente fiera di tutte quelle aziende che hanno già rinunciato (o stanno gradualmente rinunciando) all’uso dei coloranti chimici nei loro prodotti. Parliamo di colossi del settore: da Kraft Heinz a General Mills fino al marchio delle caramelle arcobaleno Skittles. A giugno 2025, per esempio Mars ha annunciato di avere completato l’eliminazione del biossido di titanio (Titanium Dioxide, E171, utilizzato come pigmento bianco per avere un rivestimento lucido) da tutte le formule statunitensi di Skittles. Un additivo alimentare che, per la cronaca, l’Unione Europea ha vietato nel 2022.
Molti di questi colossi industriali, però, hanno iniziato a implementare la nuova strategia da diverso tempo: come sottolineano i colleghi della CNN, molti dei cambiamenti sono stati presi in considerazione dalle aziende da parecchio e non sono dettati tanto dalle richieste governative, quanto dal desiderio dei consumatori di avere accesso a prodotti con ingredienti naturali.
E anche se fosse stato il presidente a incentivare l’inversione di rotta, rimane il fatto che il 70% di ciò che arriva sugli scaffali della GDO a stelle e strisce è composto da alimenti ultraprocessati – fra i principali responsabili alla base di diabete, malattie cardiache e cancro che imperversano negli USA.
“È pura comunicazione”, ha commentato Barry Popkin, professore di nutrizione presso la University of North Carolina. Ottima quindi la spinta verso prodotti meno colorati e più naturali, ma se il presidente iniziasse a dare il buon esempio invece di sorridere davanti a un burger del Mc, saremmo tutti più contenti.