Sfida gli islamici con la carne di maiale: TikToker condannata a due anni di carcere

Una TikToker è stata condannata a due anni di carcere per avere pronunciato una preghiera islamica prima di mangiare della carne di maiale.

Sfida gli islamici con la carne di maiale: TikToker condannata a due anni di carcere

Lina Luftiawati ha 33 anni, è una TikToker con oltre due milioni di follower (pensate a una sorta di dio-imperatore di una città di dimensioni considerevoli brulicante di seguaci) ed è stata condannata a un paio di anni in carcere per avere mangiato un pezzo di carne di maiale. Ok, lo ammettiamo – la vicenda, a onore del vero, è decisamente più complicata di come ve l’abbiamo appena riassunta. Siamo in Indonesia, la nazione musulmana più grande al mondo (dati alla mano, si calcola che il 93% della popolazione adulta si identifica parte di questa religione) dove, di fatto, sono in vigore numerose leggi contro la blasfemia.

Siamo certi che i nostri lettori più attenti abbiano già intuito dove stiamo andando a parare. La nostra protagonista TikToker, infatti, si è ripresa e ha successivamente pubblicato sul proprio profilo un video in cui pronunciava la parola “Bismillah”, che potremmo tradurre più o meno grossolanamente con “nel nome di Dio”, prima di assaggiare la carne di maiale. Il risultato? Una condanna per “avere diffuso informazioni con l’intento di promuovere l’odio contro persone religiose e gruppi specifici” e una multa da oltre 16 mila dollari.

Da TikToker a detenuta: la vicenda della carne di maiale

giudice

Il video incriminato ha raccolto milioni di visualizzazioni – in parte dovuti alla sopracitata popolarità della TikToker, non c’è dubbio; e in parte probabilmente portate dal contenuto decisamente controverso – e, stando a quanto lasciato trapelare, pare che sia stata proprio un’utente del social a denunciare la nostra protagonista per “aver mangiato consapevolmente carne di maiale in quanto musulmana”.

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Il braccio della legge è così entrato in funzione: tanto per cominciare, come accennato in apertura, è bene notare che l’articolo 156(a) del codice penale indonesiano proibisce di esprimere deliberatamente e in pubblico sentimenti di ostilità, odio o disprezzo contro le religioni pena una detenzione di carcere dalla durata di massimo cinque anni.

La polizia ha accusato la TikToker di avere diffuso contenuti di odio nei confronti di un’etnia e di una religione, e la nostra protagonista si è così trovata a dovere affrontare la sentenza dei giudici di Palembang, città a sud dell’isola di Sumatra, che come anticipato hanno optato per una condanna a due anni di carcere.

“So di avere sbagliato” ha commentato la TikToker a tal proposito “ma non mi aspettavo questa punizione. È possibile che presenterò ricorso”. Il popolo dell’internet, nel frattempo, si è diviso: c’è chi sostiene la decisione delle autorità giudiziarie di condannare il gesto di Luftiawati e chi, invece, punta il dito contro la presunta eccessiva severità delle leggi indonesiane. “Non ha fatto nulla di male, ma la dice lunga sullo stato dell’Indonesia… su come un autoproclamato paese musulmano moderato stia diventando una nazione musulmana radicalizzata”, ha dichiarato alla CNN Andreas Harsono, ricercatore indonesiano di Human Rights Watch, in riferimento al caso.