Siccità, il ministro Stefano Patuanelli fa il punto della situazione: c’è necessità di interventi strutturali

La stretta della siccità va affrontata quanto prima: il ministro Stefano Patuanelli ha analizzato le risposte con un'informativa alla Camera.

Siccità, il ministro Stefano Patuanelli fa il punto della situazione: c’è necessità di interventi strutturali

La crisi idrica non accetta più alcuna procrastinazione – la stretta della siccità va affrontata adesso per scongiurare, nel solo ambito agricolo, ulteriori cali produttivi e conseguenti aumenti di prezzo dei beni alimentari. In questo contesto, il Ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli ha recentemente presentato un’informativa alla Camera sull’attuale stato di crisi, analizzando le risposte più efficaci ed efficienti e illustrandone i metodi di adattamento in modo da risolvere il problema anche in un’ottica di medio o lungo termine.

Partiamo dal presupposto che, di fatto, la carenza idrica non è più un episodio straordinario (o sfortunato, se preferite) ma un fattore ricorrente, che di fatto minaccia l’intero Stivale. I dati, dopotutto, parlano chiaro: il 2022 ha visto un netto taglio alle precipitazioni ma di fatto non ha fatto altro che incoronare una tendenza che ormai si trascinava per anni in molti territori, gli incendi sono pressoché triplicati, il livello di fiumi e laghi è il più basso da decenni e si teme l’invasione delle acque salmastre che potrebbe determinare ulteriori, ingenti danni al comparto agricolo. L’obiettivo del Governo, stando a quanto si legge nell’informativa di Patuanelli, è quello di “sostenere, con ogni mezzo, cittadini e imprese”: a tal proposito si cita l’introduzione dello stato di emergenza in alcune regioni, mentre le prossime mosse verteranno verosimilmente sull’inserimento di “alcune disposizioni urgenti” come “interventi strutturali volti alla mitigazione dei danni derivanti dal fenomeno di siccità e al potenziamento e adeguamento delle infrastrutture idriche” e l’introduzione di nuove norme volte “a rafforzare le strutture dei singoli ministeri preposte alla gestione degli interventi PNRR sul tema idrico”.

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Nello specifico, va sottolineato che il bisogno di interventi strutturali sulla rete idrica è di fatto una necessità sempre più inderogabile: l’ultimo rapporto ISTAT punta il dito su perdite che si aggirano sul 26,2%, con picchi che sfiorano il 70%; mentre un altro dato preoccupante è costituito dalla scarsa capacità di stoccaggio dell’acqua piovana – appena l’11%. In questo contesto, Patuanelli propone di “aumentare la capacità di stoccaggio di acqua, ammodernando gli invasi esistenti e realizzando nuove opere a livello territoriale e aziendale; rinnovare e rendere efficiente la rete idrica riducendo le perdite e garantendo un monitoraggio puntuale degli usi; promuovere un uso razionale della risorsa idrica nel settore agricolo ed industriale, privilegiando le tecniche di agricoltura 4.0; sensibilizzare anche i cittadini a un uso responsabile dell’acqua, quale bene comune da preservare per le future generazioni”. A tal proposito Patuanelli cita la Strategia Nazionale su risparmio idrico, tutela territoriale e lotta al dissesto idrogeologico, un programma a lungo termine che di fatto punta a “promuovere investimenti per la riduzione dei rischi in agricoltura connessi alla scarsità idrica e al dissesto idrogeologico, basata sull’adeguamento delle infrastrutture con finalità irrigua e di difesa del territorio”.

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In questo contesto, l’obiettivo degli interventi previsti dalla Strategia “è quello di promuovere un utilizzo sempre più efficiente dell’acqua, garantire una maggiore e più costante disponibilità di acqua per l’irrigazione”, potenziando nel contempo le infrastrutture idriche “sia a monte sui grandi accumuli e reti di adduzione idrica, come pure nella realizzazione di una rete capillare di piccoli invasi), sia a valle (sulle reti di distribuzione)”. Si segnala che, nel complesso, nel periodo 2018-2022, “sono stati investiti circa 1,24 miliardi di euro per il finanziamento di 169 progetti irrigui in capo a 135 beneficiari, mediante il Programma di sviluppo rurale nazionale, il Fondo per lo sviluppo e la coesione e il Fondo per il rilancio dello sviluppo infrastrutturale del Paese”.

Il 30 settembre 2021 è stato pubblicato l’elenco dei progetti ammissibili, mentre entro settembre di quest’anno saranno emanati i decreti di concessione, a seguito dell’accertamento dei requisiti di ammissibilità dichiarati dai beneficiari in fase di candidatura dei progetti. Al tema dell’acqua, inoltre, il Pnrr dedica grande rilevanza con uno stanziamento di 4,38 miliardi di euro finalizzati a “Garantire la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo e il miglioramento della qualità ambientale delle acque interne e marittime”; anche se, di fatto, l’emergenza in atto ha una tal mole che sarà necessario investire ulteriormente nel ricorso a fonti idriche non convenzionali, come il riutilizzo di acque reflue.